Ci risiamo. Per l’ennesima volta le panchine verdi dei giardini pubblici Alganon, in piazza Roma, sono state vandalizzate. Niente di nuovo sotto il sole dal momento che analoghi danneggiamenti erano già avvenuti a giugno e a fine agosto. Stesso luogo, stesso obiettivo. A fine agosto qualcuno decise di piegare lo schienale in ferro di una delle quattro panchine collocate nella parte più alta dei giardini.
Non risulta che qualcuno sia intervenuto per aggiustare la prima panchina e così, per la teoria delle finestre rotte (dopo il primo buco nel vetro c’è sempre qualcuno che, vedendolo rotto, si sente autorizzato a farne un secondo, poi un terzo e avanti di questo passo) oggi sono salite a quattro le panchine vandalizzate in piazza Roma. Un poker surreale che certo non passa inosservato.
Ma, se nessuno farà nulla, con un po’ di tempo, ci saranno altre panchine danneggiate e la storia non finirà mai. Ci sarebbe da ridere se non fosse una questione che implica un paio di domande, forse banali, ma essendo quegli arredi di proprietà pubblica si tratta di beni comuni pagati da tutti i cittadini.
I giardini Alganon sono tra i più videosorvegliati di Asti. Possibile che tutte le telecamere installate nel raggio di poche decine di metri non servano né come deterrente, né come strumento per identificare gli autori dei danneggiamenti?
E se anche fosse, possibile che nel giardini a ridosso di Palazzo Mazzetti, cuore del polo museale cittadino, in una delle piazze più importanti di Asti, nonché più turistiche, non si ritenga necessario aggiustare con una certa tempestività manufatti danneggiati per dare almeno un’apparenza di decoro e sicurezza a chi visita la città?
Impedire certe azioni è impossibile? Sarà, ma più gli arredi vandalizzati restano in quello stato, più si lancia un brutto segnale ai cittadini, per non dire ai turisti. E, va da sé, gli autori di quei gesti continueranno con la loro azione di danneggiamento pensando di non doverne mai pagare le conseguenze.