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Attualità

Porta del Monferrato, la maggioranza
si spacca e resta la polemica

Bosia e Cadeddu contrari al progetto su Asti Est ma Cerrato replica: «Si tratta di una risorsa, non di un danno». Sul progetto per ora non c’è nulla di definitivo, ma le associazioni chiedono chiarezza

«Abbiamo forze di maggioranza che contrariamente a quanto detto dal sindaco Brignolo in campagna elettorale sposano un progetto non previsto dal programma, un maxi polo commerciale che, per quanto ne sappiamo oggi, oltre ad avere un centro congressi e un albergo, darà spazio a nuova grande distribuzione. A questo punto crediamo che sia l’assessore Cerrato che il consigliere Giugliano (presidente della Commissione commercio ndr) non possano più dare un giudizio imparziale su questa pratica e quindi chiediamo che non vengano più coinvolti nel processo decisionale». Mauro Ardissone, presidente di Confesercenti, non ha nessuna intenzione di sorvolare sulle recenti dichiarazioni dei Moderati, gruppo di maggioranza in Consiglio comunale, che si sono dichiarati favorevoli alla costruzione della Porta del Monferrato, del Roero e delle Langhe in corso Alessandria.

Un progetto da oltre 60 milioni di euro (5 di soli oneri di urbanizzazione) che secondo i Moderati permetterebbe di mantenere l’attuale occupazione alla Ages (120 posti dopo una sua ricollocazione) e ne creerebbe altri 600. Il lavoro prima di tutto è anche lo slogan adottato da Brignolo in campagna elettorale e questo potrebbe lasciare aperto un ragionamento dagli esiti per nulla scontati. «Confesercenti e Ascom hanno chiaramente detto che un’eventuale nuovo polo commerciale di quelle dimensioni non dovrà essere collegato alla viabilità cittadina ma solo all’autostrada e questo per preservare le attività commerciali che già soffrono in città – prosegue Ardissone – Il problema è che qui si sta discutendo di un progetto che non c’è, sui cui le associazioni di categoria hanno dato un giudizio di massima senza avere dettagli. Oggi siamo in questa difficoltà perché non esiste la seconda parte del Piano Commerciale che, se fatta, regolamenterebbe i progetti una volta per tutte e non avremmo più questa atipicità astigiana dove chiunque può proporre qualsiasi cosa».

Se il progetto non verrà spiegato meglio anche la tenuta della maggioranza potrebbe risentirne. La prima spaccatura arriva da Anna Bosia (Uniti per Asti) che da sempre è una delle voci più critiche all’interno della stessa maggioranza. «Porta del Monferrato e Agrivillage – commenta – rappresentano nei fatti una buona parte di ciò che abbiamo avversato in campagna elettorale. Abbiamo sostenuto che occorre valorizzare le caratteristiche del nostro territorio fermando l’espansione del cemento e abbiamo detto basta a nuovi centri commerciali. Tutti abbiamo concordato sulla necessità di convertire lo sviluppo edilizio nella riqualificazione egli edifici e nel recupero dei grandi contenitori inutilizzati nel centro città, ad iniziare dal vecchio ospedale». Uniti per Asti vorrebbe quindi sapere quanto e quale lavoro dovrebbe arrivare ad Asti con questi progetti e con quali garanzie, con il rischio di «creare tante commesse in più ed altrettanti commercianti in meno».

Non solo. Bosia non risparmia frecciatine alla Giunta: «Abbiamo l’impressione che si stiano rispolverando le stesse soluzioni contestate nei tempi passati alla precedente amministrazione. Oggi non vogliamo trovarci di fronte ad un’amministrazione che con atteggiamento rassegnato accetta i fatti come fossero ineluttabili, senza offrire alternative. Notiamo in generale una mancanza di iniziativa e di proposta e soprattutto ci appare evidente lo scarso coraggio con cui vengono affrontati temi di grande rilievo per la città». Uniti per Asti chiede quindi più partecipazione dei cittadini nelle scelte dell’amministrazione e referendum consultivi volti a valutare le decisioni più importanti che la stessa dovrà prendere. Contro la Porta del Monferrato si schiera anche un altro consigliere di maggioranza che, tra l’altro, è recentemente uscito proprio dal gruppo dei Moderati. «Non sono assolutamente d’accordo con questa iniziativa – commenta su Facebook Maurizio Cadeddu (Indipendente) – Abbiamo promosso una campagna elettorale all’insegna dell’artigianato e dove si doveva valorizzare il piccolo commercio ma, soprattutto, il riutilizzo delle strutture già esistenti. Che fine farebbe il vecchio ospedale? Perché Asti Est? Bisogna agevolare costruzioni mega galattiche autostradali? No, non ci sto e voterò contro».

L’assessore Cerrato torna quindi sul caso per fare chiarezza ed evitare quelle che considera essere «strumentalizzazioni». «Non si tratta né di voler accelerare su un singolo progetto in discussione da anni né tantomeno di voler “consumare altro territorio”. Penso piuttosto che nella crisi economica che tutti stiamo affrontando sia opportuno valutare con attenzione ogni possibile investimento che possa portare sviluppo e lavoro alla città. La Porta del Monferrato, così come altri progetti in discussione, devono diventare una risorsa per la comunità e assolutamente non danneggiarla, tenendo in massima considerazione l’ambiente». L’assessore ricorda inoltre come si stiano «valutando possibilità di insediamenti non in concorrenza con le attività commerciali già presenti in città, anzi che possano essere da traino o complementari alle stesse».

Riccardo Santagati
Twitter: @riccardosantaga

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