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"Potature sbagliate, tigli capitozzati"
Attualità

"Potature sbagliate, tigli capitozzati"

Sulla questione dei tigli tagliati a Montafia e sulle altre strade provinciali per opera di un piano di abbattimento dettato dalla loro pericolosità, interviene un "addetto ai lavori",

Sulla questione dei tigli tagliati a Montafia e sulle altre strade provinciali per opera di un piano di abbattimento dettato dalla loro pericolosità, interviene un "addetto ai lavori", Fabrizio Scaglia, arboricoltore residente a Piovà Massaia. Lui è esperto di tree climbing, ovvero specializzato nelle potature "estreme" di grandi alberi che necessitano di lavori in quota. Uno scalatore di piante, che ha una grande conoscenza del mantenimento della forma e delle salute degli alberi ad alto fusto.

Ma le potature non sempre sono un bene per la pianta, spesso si trasformano nella sua condanna. «Quante volte mi viene chiesto di andare a vedere alberi completamente snaturati nella loro forma e capitozzati malamente perchè considerati "troppo cresciuti" dai loro proprietari. Altre volte vengono mutilati semplicemente perchè con il vento fanno rumore e sporcano tetti o cortili». Per Scaglia il verde pubblico e privato deve essere considerato con un bene da gestire, come ogni altro patrimonio importante. «Ho visto alberi di prima grandezza messi a dimora in spazi non adeguati alla loro crescita, troppo vicini ad abitazioni o a strada: con il passare degli anni, quegli alberi daranno dei problemi ai proprietari che dovranno gestire una situazione sfuggita a qualsiasi logica a monte».

Sono quelli i momenti in cui, per rimediare, si affida a qualcuno non professionista la potatura e il taglio a casaccio è il prodromo alla precarietà e alla pericolosità di quelle stesse piante nel futuro. «Non voglio far polemiche inutili, ma lungo le strade, anche della nostra provincia, ne ho visti tanti alberi mutilati solo perchè i rami potrebbero cadere sugli automobilisti e proprio a Montafia molti dei tigli storici hanno subito questa sorte. Sono dispiaciuto e contrariato di questo – dice Scaglia – perchè tutte le piante, prima di essere abbattute, devono essere verificate da chi ha competenza per confermare la stabilità. Sia visivamente che con strumenti adeguati che leggono potenziali difetti all'interno. E solo dopo si prende una decisione». Che non sempre, anzi quasi mai, afferma l'arboricoltore, è l'abbattimento, ma può essere il ricorso a tecniche di riduzione del rischio salvaguardando la salute delle piante.

«Gli alberi sono entità biologiche: insostituibili pomoni verdi che svolgono una funaizone estetica per il paesaggio, migliorano il clima aumentando l'umidità nell'aria o abbassando la temperatura nei mesi torridi. Inoltre sono biotopi pregiati quando invecchiano e danno rifugio a insetti, animali, uccelli. In Italia manca la cultura del verde e la consapevolezza che per curare il verde bisogna ricorrere a figure professionali competenti».

Daniela Peira

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