Continua il presidio permanente davanti alla scuola “Donna” di Serravalle. Protagonisti insegnanti, genitori e bambini che frequentano la scuola insieme ad alcuni rappresentanti dei residenti della frazione. Nei giorni scorsi ha partecipato anche Ugo Mattei, presidente di Generazioni Future, società cooperativa di mutuo soccorso intergenerazionale che promuove la difesa dei beni comuni.
“Siamo tutti in agitazione – spiega Giampiero Monaca, maestro della scuola – preoccupati per il futuro di Bimbisvegli, la metodologia didattica che applichiamo in questa scuola. Una metodologia che si basa su alcuni punti cardine: l’istruzione all’aperto, nella natura; la collaborazione di giovani migranti durante alcune lezioni; la pace come principio e insegnamento fondamentale. Ebbene, dalla dirigenza del V Circolo didattico, cui appartiene la scuola, arrivano da alcuni mesi segnali che ci preoccupano, perché minano alla base questa metodologia, condivisa da tutti gli insegnanti (anche se poi declinata in modalità diverse), e richiesta dalle famiglie, che iscrivono i figli qui proprio per questo motivo. Certo, ci sono stati anche genitori che hanno trasferito i bambini e non sono rimasti soddisfatti del nostro metodo, ma sono stati casi sporadici”.
La preoccupazione
Monaca elenca quindi quali sono i “segnali di allarme”. “Innanzitutto – continua – dal settembre 2019 la metodologia non è stata riconosciuta come progetto scolastico ufficiale approvato dal collegio docenti del circolo, come in passato, per una dimenticanza che non è ancora stata sanata. Tra le altre recenti limitazioni, ci è stato imposto di fare attività all’aperto entro 400 metri dalla scuola per motivi di sicurezza, cosa che diminuisce di molto le possibilità di attività che svolgevamo in passato; è stata tolta la bandiera della pace che avevamo esposto accanto alle altre istituzionali fuori dalla scuola (in osservanza alla legge 22/1998, attuata con il Dpr n. 121/2000, che disciplina l’esposizione delle bandiere sugli edifici pubblici); e ci è stato detto che, causa Covid, non potevamo più contare sulla presenza dei migranti durante lo svolgimento di alcune lezioni. Va bene, nessun problema. Allora abbiamo pensato, a questo proposito, che appena possibile avremmo potuto risolvere il problema facendo affidamento al bando del circolo relativo al Servizio civile. Peccato che sia stato inserito, tra i criteri di selezione, il possesso del diploma di scuola superiore che i migranti non hanno”.
Monaca ricorda anche la sospensione di un giorno che gli è stata comminata lo scorso febbraio, quando l’Ufficio scolastico regionale, su segnalazione della dirigente Graziella Ventimiglia, lo aveva ritenuto sanzionabile per aver organizzato un’attività scolastica senza autorizzazione lo scorso 18 settembre.
Le richieste
“Noi non vogliamo scontrarci con la dirigente – conclude Monaca – ma far presente che la metodologia qui applicata è richiesta e apprezzata dalle famiglie, oltre ad essere quella in cui noi insegnanti crediamo. Chiediamo quindi un confronto approfondito e concreto sul tema entrando nel merito della didattica che proponiamo tramite la valutazione da parte di ispettori del Ministero dell’Istruzione o di appositi Enti di certificazione”.
Interpellata sull’argomento, la dirigente Ventimiglia non ritiene opportuno rilasciare commenti né dichiarazioni.