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«Prigionieri del traffico»: il contributo da protagonista del treno Asti-Alba per sgravare la viabilità ordinaria

In una conferenza sulla linea ferroviaria Asti-Alba l’amministrazione comunale albese evidenzia le potenzialità del treno nel futuro della mobilità locale

Forte dei suoi 1.800 passeggeri al giorno (erano inizialmente 1.100), la linea ferroviaria Asti-Alba, ripristinata l’11 settembre 2023 dopo 12 anni di stop, punta ad un ruolo da protagonista e ad essa si guarda per alleggerire il traffico cittadino. È il messaggio emerso dalla conferenza tenutasi ad Alba, nella Sala Riolfo del Cortile della Maddalena, organizzata dal Co.M.I.S., il Coordinamento per la mobilità integrata e sostenibile di Asti, dal Comune di Alba e dal MiC, il Ministero della Cultura, con la collaborazione del Comitato pendolari di Alba. Ad evidenziare le potenzialità della linea ferroviaria che collega le due città è stato in primo luogo il sindaco di Alba Alberto Gatto: «È una tratta per noi molto importante, in funzione del collegamento con Asti, ma anche in chiave turistica per il collegamento con i territori Unesco. Ma siamo convinti che il treno possa contribuire a sgravare la viabilità ordinaria: occorre continuare ad incentivare il trasporti pubblico». Il tema è poi stato sviluppato dall’assessore alla Mobilità del Comune di Alba Edoardo Fenocchio nel suo intervento: «Ci ritroviamo spesso imprigionati nel traffico e dobbiamo uscire dalla modalità che vede un passeggero singolo per ogni auto che circola ed entra in città. Dobbiamo dare ai cittadini la possibilità e la voglia di muoversi con mezzi pubblici. Il futuro deve essere una mobilità multimodale e il treno è sicuramente uno degli elementi. Nei nostri territori il sistema di mobilità è complesso, ma dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione».

Attraverso uno studio relativo alla direttrice Alba-Asti-Casale-Mortara (la linea ferroviaria Asti-Casale è in totale abbandono), per la direzione di Milano, l’architetto Giovanni Currado, presidente del Bacino Sud-Est dell’Agenzia Mobilità Piemontese, in collegamento dall’Inghilterra, ha evidenziato dati significativi sulle persone che si spostano sul territorio, privilegiando l’auto e andando così a incrementare livelli di inquinamento «che non possiamo ignorare». Ad esempio proprio tra Asti e Alba, tratto servito dal treno, si privilegia l’auto: «Questo è comprensibile se osserviamo che il primo treno, al mattino, arriva ad Asti alle 8,30, tardi per l’ingresso a scuola e al lavoro». «Il sistema “treno” va esteso, ma al centro deve esserci il cittadino», ha ribadito Currado. Di grande interesse l’intervento di Laura Dellapiana, funzionaria restauratrice dell’Archivio di Stato di Asti, che ha ripercorso attraverso documenti preziosi la storia della ferrovia Asti-Alba, dalla sua nascita nel 1870 alle sospensioni per frane, poi la costruzione del viadotto tra Motta e Castagnole Lanze nel 1988, fino alla chiusura nel 2012. In occasione della riapertura della linea nel 2023 l’Archivio di Stato di Asti aveva proposto la mostra “La storia corre sui binari”, il cui catalogo è disponibile sul sito internet dell’Archivio di Stato. «Notiamo come già a pochi anni dalla nascita della ferrovia le amministrazioni locali chiedessero un maggior numero di corse dei treni», ha evidenziato la dottoressa della Piana, che ha ricordato anche le richieste di nuove fermate, come quella di Nosserio, tra Motta e Castagnole, attiva tra il 1950 e il 1975 (oggi resta solo un cordolo in cemento). Fulvio Bellora, presidente del Co.M.I.S., ha invece illustrato il cammino percorso per la riapertura della linea, «un traguardo che non si sarebbe mai raggiunto se non fosse stato per l’impegno di Fondazione FS». «I numeri della linea sono importanti e ci auguriamo che le corse dal lunedì al venerdì siano incrementate ed estese anche al sabato e domenica, in funzione turistica, ma anche a favore dei residenti».

(Nella foto l’intervento dell’assessore alla Mobilità del Comune di Alba Edoardo Fenocchio)

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