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Attualità

«Prima di trovare ai rom una casa, siamo certi che vogliano cambiare vita?»

Abbiamo interpellato un agente immobiliare di Asti per capire quanto sia fattibile aiutare il Comune a trovare un’abitazione ai rom che non costi più di 20.000 euro

Trovare una casa alle famiglie rom, anche tramite l’aiuto dei mediatori immobiliari, non è un’impresa così semplice. Abbiamo chiesto a un agente immobiliare di Asti di spiegarci quali sarebbero le difficoltà di questa iniziativa e se la strada, una delle tante, intraprese dall’amministrazione comunale possa andare a buon fine.

«In realtà prima di parlare di mediazione nella vendita – spiega l’agente che ha chiesto di rimanere anonimo – bisognerebbe capire se queste famiglie abbiano davvero intenzione di abbandonare lo stile di vita del campo rom per integrarsi con il contesto sociale della città. Perché, dopo tutti questi anni, ritengo che se avessero voluto lasciare il campo nomadi per trasferirsi in un immobile, magari una cascina, avrebbero messo da parte i soldi e l’avrebbero già fatto».

L’agente immobiliare aggiunge che per la tipologia del nucleo familiare gli spazi richiesti dovrebbero essere particolarmente grandi: «Non possiamo immaginare di offrire loro un bilocale e comunque non penso neanche che la collocazione in un appartamento possa essere percorribile perché hanno i loro mezzi che necessitano di un’area per la sosta abbastanza estesa. Parliamo quindi di case indipendenti, in campagna, non ville a schiera né contesti abitativi con vicini di casa che si affacciano sullo stesso immobile. In 15 anni che svolgo questo lavoro saranno entrati in agenzia tre o quattro rom, mentre abbiamo chiuso molte più vendite con famiglie del campo dei sinti e questo perché hanno necessità, o la voglia, di fare investimenti più o meno analoghi a quelli degli italiani o di stranieri in cerca della prima casa».

Secondo l’agente è da escludere che qualcuno possa affittare una casa ad una famiglia rom: «Non tanto perché sono rom, ma perché – sottolinea – non credo possano offrire le solide garanzie richieste dai proprietari. E’ davvero difficile trovare qualcuno che, intenzionato a far rendere il proprio immobile, lo dia in affitto a chi non ha un reddito assicurato e questo vale anche per gli italiani».

Per quanto riguarda il budget richiesto che non dovrebbe superare i 20.000 euro, l’agente è possibilista: «Magari in qualche paese “depresso” della provincia potrebbero esserci cascine sotto quella cifra»; ma sullo sfruttare il superbonus 110% per ristrutturare l’immobile è molto scettico. «Facciamo già abbastanza fatica a predisporre la pratica nei casi ordinari anche perché tra studio di fattibilità, atto notarile, mediazione ballano circa 6.000 euro che dovrebbero comunque pagare i nuovi proprietari. Secondo me il superbonus è da escludere in questo progetto di ricollocazione».

Riccardo Santagati

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