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Attualità

Pd, dove sono i tesserati?
Chiesta chiarezza sui congressi

Mentre in Parlamento il PD deve fare i conti, internamente, con le sacche di resistenza nella partita dell'Italicum, le resistenze al renzismo non sono meno accentuate sul territorio astigiano.

Mentre in Parlamento il PD deve fare i conti, internamente, con le sacche di resistenza nella partita dell'Italicum, le resistenze al renzismo non sono meno accentuate sul territorio astigiano. E' passato poco più di un anno dal casus belli dei 4 congressi annullati (e poi ricelebrati) per accesso improvviso di tessere "last minute" con il 400% in più di iscritti (molti dei quali extracomunitari) e il sospetto incrociato di "truppe cammellate" che obbligarono i garanti a riconvocare alcune votazioni (tra cui quella di Asti) e ad avviare un'indagine sull'accaduto. Per i 4 congressi annullati si tornò a votare e solo così i risultati furono confermati con l'ufficializzazione della nomina dell'attuale segretario provinciale Giorgio Ferrero e del segretario cittadino Carlo Gentile, entrambi renziani. Oggi è il civatiano Luigi Sposato a tornare sui tesseramenti, questa volta del 2014, evidenziando quello che definisce «un drammatico calo degli iscritti: circa 340 contro i circa 1.400 dell'anno precedente (i dati sono aggiornati ad inizio dicembre ndr), ovvero 4 volte in meno.

Molto peggio se si analizzano i dati della sola città di Asti, – prosegue Sposato – circa 140 contro 690, ovvero quasi 5 volte in meno rispetto al 2013, anno del famigerato congresso. Se ne deduce che la grandissima parte di coloro i quali non vedevano l'ora di mettersi a disposizione e lavorare per il PD in realtà non hanno neppure rinnovato la tessera». Sposato continua sostenendo che i tesseramenti last minute fossero «una mera convenienza e astuzia congressuale […] iscrizioni servite solo ad eleggere i propri candidati preferiti e non certo a partecipare attivamente alla vita del partito». Torna quindi a chiedere notizie sull'esito delle indagini sui congressi e non lesina critiche sull'attuale gestione del partito astigiano che, a suo dire, «è anestetizzato, appiattito sulle sporadiche decisioni degli eletti, in cui si registra sistematicamente la mancata discussione e presa di posizione sui principali temi d'attualità. Esiste ancora un PD? Esiste cioè un partito inteso come luogo dove si discute, si programma e ci si confronta democraticamente; in altre parole, un partito in cui si fa politica?».

Sposato, parlando a nome di una ventina di civatiani e come responsabile di Asti Possibile, aggiunge che «restare nel PD è una lotta per la sopravvivenza e, sebbene vorrei essere orgoglioso di farne parte, oggi non è così». Non meno critico è il giovane Michele Miravalle, già candidato alla Regione in alternativa alla consigliera Motta. «Se fossimo un'impresa e i tesserati le voci di un bilancio, la situazione sarebbe davvero difficile e ai dirigenti verrebbe chiesto di farsi da parte mettendo in campo un piano di risanamento straordinario – commenta – Invece siamo un partito e non ragioniamo come un'impresa ma, non per questo, la situazione è meno grave». Miravalle ricorda che «la salute di un partito si basa sull'attività politica, le idee, le proposte che riesce a costruire, al di là dei suoi amministratori; salvo rarissimi casi di circoli attivi, l'attività del PD astigiano è ferma».

E sul congresso del 2013 aggiunge: «Mi sarebbe piaciuto leggere una dettagliatissima e approfondita relazione dei garanti su cosa è successo ad Asti nell'ultimo congresso. In Liguria in appena una settimana questa relazione dei garanti è stata scritta e resta pubblica. Ad Asti, a quanto ne so, non c'è nulla. Perché?» Il segretario provinciale Giorgio Ferrero (oggi assessore all'Agricoltura nella Giunta Chiamparino) non nasconde la propria perplessità sui conti dei tesserati resi noti da Sposato. «Non sono numeri definitivi dal momento che il tesseramento è ancora in corso e lo sarà almeno fino al 31 gennaio. Penso che i dati siano in linea con gli anni dove non si è celebrato alcun congresso. Per quanto riguarda gli albanesi, se si riferisce a loro, sono presenti in assemblea e partecipano attivamente. Credo inoltre che nei prossimi giorni i garanti si confronteranno sulla questione dei congressi annullati».

Ferrero, in ogni caso, non lesina frecciatine al suo "compagno" di partito e a quelli, come Cofferati, che hanno minacciato (o rassegnato) le dimissioni dal PD. «Per la prima volta abbiamo un partito che ha avuto uno straordinario successo elettorale a tutti i livelli e siamo in sintonia con i cittadini. La strategia di chi minaccia di andarsene dal PD serve solo a far vedere che queste persone esistono». Carlo Gentile, segretario cittadino, conferma che il tesseramento andrà avanti fino al 31 gennaio «considerando che è iniziato con notevole ritardo, il 25 aprile 2014. La segreteria provinciale ha deliberato la proroga del tesseramento 2014 fino al 31 gennaio in modo da permettere a ciascun circolo dell'Astigiano di completare il proprio tesseramento. Per tale ragione ogni valutazione in merito verrà fatta una volta concluso il periodo di proroga».

Sul fatto che il PD di Asti sia «anestetizzato», Gentile risponde: «Da quando il sottoscritto è in carica, il PD organizza con cadenza mensile incontri tematici pubblici con relatori di altissimo livello in stretta collaborazione con le commissioni tematiche appositamente create, che elaborano documenti, temi e proposte su tutti gli argomenti politici di interesse territoriale riunendosi quasi settimanalmente […] Molto probabilmente Sposato non ne è al corrente perchè è sistematicamente assente ad ogni incontro, iniziativa o discussione interna organizzata dal partito astigiano; a questo punto viene da chiedersi se il PD sia ancora il suo partito». Le correnti soffiano e c'è chi non esclude di abbandonare il PD, seguendo la decisione di altre tesserati storici come Paolo Volpe, Alfredo Castaldo, Giulietta Martin e Giacomo Maffé del circolo di Villafranca. In particolare è il consigliere comunale "civatiano" Clemente Elis Aceto ad essere deluso dal partito in un comunicato nel quale ricorda esserci nel PD «una questione morale grossa come una casa».

Riccardo Santagati

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