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Profughi: continua la querelle sul Seminario
Attualità

Profughi: continua la querelle sul Seminario

La consigliera Quaglia interviene sul caso definendo inaccettabile l’idea del sindaco Brignolo di portarne metà alla Casa di Riposo. Il vescovo commenta: «Da vicino, ho difficoltà a dire che queste persone diano fastidio»

Non si placa la querelle sul caso dei settanta profughi ospitati nell’ex Seminario di Asti e su cui il sindaco Brignolo si è detto contrariato proprio per l’eccessiva concentrazione di ospiti in un solo luogo. Il progetto di ospitalità è gestito dalla cooperativa Sanitalia di Torino che affitta dalla Curia l’ultimo piano dell’immobile dove i profughi, in prevalenza originari della Nigeria, Pakistan, Bangladesh, Camerun, Mauritania e Bali, vivono in attesa di sapere se otterranno il permesso di soggiorno quali richiedenti asilo. Il sindaco, prendendo contatto con i vertici di Sanitalia, ha chiesto loro di dividere il gruppo dirottando trentacinque profughi nella Casa di Riposo “Città di Asti”.

La risposta da parte della cooperativa è stata negativa e, in una nota stampa, Ernesta Fusetti, responsabile del personale di Sanitalia, torna a ribadire ciò che aveva già dichiarato al nostro giornale: «La cooperativa Sanitalia Service in RTI con la cooperativa Carapace e cooperativa Edu-care si è aggiudicata un bando con la Prefettura di settanta posti per l’accoglienza dei cittadini richiedenti protezione internazionale. Lo spazio utilizzato, il Seminario, di cui tutte le istituzioni erano al corrente, è stato da noi ristrutturato completamente al fine di essere adeguato per l’accoglienza. Questa ristrutturazione è stata completamente a carico della cooperativa Sanitalia che ha investito cifre considerevoli».

Fusetti risponde quindi al sindaco in merito al piano B, ovvero portare parte dei profughi alla Casa di Riposo. «Ci è stato proposto in un secondo tempo, rispetto all’assegnazione del bando, ad una cifra non propriamente a basso costo, come dichiarato al giornale, soprattutto avendo già investito nella ristrutturazione. E’ stata quindi ritenuta un’ipotesi non percorribile».

Sul caso interviene anche la consigliera comunale Angela Quaglia. In una lettera Quaglia critica Brignolo per aver anche solo pensato di poter spostare parte dei profughi al Maina. «Trovo assolutamente inaccettabile che il sindaco e l’assessore Vercelli propongano di distribuire i troppi profughi, oggi ospitati al terzo piano del Seminario, presso un’ala della Casa di Riposo. Abbiamo svolto un Consiglio comunale sulla Casa di Riposo e nessuno aveva osato proporre una soluzione di questo tipo, né per sanare parzialmente il bilancio del Maina, né tantomeno per offrire ospitalità qualificata ai profughi». Quaglia, ricordando la richiesta dell’ANCI di una migliore distribuzione dei profughi, secondo il modello dell’accoglienza diffusa, accusa Brignolo «di aver colto la palla al balzo per cercare di recuperare consenso rispetto all’opinione pubblica che si dimostra sempre più insofferente rispetto all’immagine di giovani pieni di salute che non fanno nulla tutto il giorno avendo invece, in cambio dalla collettività nazionale, vitto, alloggio e “argent de poche”».

Anche al vescovo Ravinale abbiamo chiesto un parere sul caso dei profughi ospitati nell’ex Seminario. «Se il sindaco ritiene che quel numero non sia gestibile avrà i suoi motivi – risponde monsignor Ravinale – Da vicino ho delle difficoltà a dire che queste persone diano fastidio, io non mi accorgo neanche che ci siano».

Riccardo Santagati

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