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Capriglio, ad accogliere i profughi pachistani sono stati i profumi di casa
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Capriglio, ad accogliere i profughi pachistani sono stati i profumi di casa

I primi sei profughi pachistani sono arrivati a Capriglio mercoledì, nel tardo pomeriggio. Da Villa Paolina i volontari del Piam li hanno trasferiti sulle colline del nord astigiano, alla volta della

I primi sei profughi pachistani sono arrivati a Capriglio mercoledì, nel tardo pomeriggio. Da Villa Paolina i volontari del Piam li hanno trasferiti sulle colline del nord astigiano, alla volta della ex canonica del paese che ha dato i natali a Mamma Margherita alla quale è stato intitolato l’ostello che per qualche tempo ospiterà gli uomini in fuga dalla Libia. I restanti sette sono invece giunti nel pomeriggio di oggi, giovedì, dopo aver definito tutte le pratiche di fotosegnalamento in questura e gli esami medici presso l’Asl.

Ad aprire il cuore dei ragazzi appena arrivati a Capriglio con l’angoscia dell’incertezza del loro futuro, è stato il saluto in pachistano di Sajjada, un connazionale in Italia da 4 anni ospite a Cunico del parroco Don Vittorio, anch’egli presente al momento dell’accoglienza insieme ad Elisabetta Serra, la presidente dell’Ecomuseo Basso Monferrato che gestisce l’ostello. Non è sembrato vero al piccolo drappello di profughi pachistani sentire parlare la loro lingua e trovare un connazionale coetaneo in quelle colline che devono essere sembrate così lontana dalla loro patria d’origine.

E anche i profumi che uscivano dalla piccola cucina dell’ostello erano “profumi di casa” perchè ad attenderli c’era una cena, preparata dallo stesso Sajjda, dai gusti speziati dei loro piatti. Nel “comitato” di accoglienza anche Ivan, straniero in terra italiana, russo di nascita, che, in inglese, ha fatto coraggio ai ragazzi pachistani, dando pochi ma decisi consigli per accelerare il processo di integrazione.

I profughi ospitati a Capriglio potranno muoversi liberamente sul territorio italiano, sono provvisti di documenti di identità e sanitari in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato politico. Fra le molte forze di volontariato che si sono mosse intorno a questo progetto di accoglienza del tutto nuovo per quella zona, vi sono quelle per preparare dei corsi di alfabetizzazione in lingua italiana e inglese.

Daniela Peira

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