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Attualità

Profughi, parla Mossino: «Tempi
biblici per sapere cosa sarà di loro»

Gli ultimi ed improvvisi arrivi di profughi riportano di grande attualità la necessità di agire non solo sulla macchina dell'accoglienza (che ad Asti è fatta da cooperative sociali che gestiscono i rifugiati in strutture per la gran parte di proprietà della Curia) ma soprattutto sul livello successivo, quello della concessione dello status di rifugiato. Nonostante le commissioni preposte siano state rafforzate in termini di personale…

Gli ultimi ed improvvisi arrivi di profughi riportano di grande attualità la necessità di agire non solo sulla macchina dell'accoglienza (che ad Asti è fatta da cooperative sociali che gestiscono i rifugiati in strutture per la gran parte di proprietà della Curia) ma soprattutto sul livello successivo, quello della concessione dello status di rifugiato. Nonostante le commissioni preposte siano state rafforzate in termini di personale, il loro lavoro non riesce assolutamente a smaltire la forza di arrivo dei migranti.

Tanto per dare un ordine di idee, a tutt'oggi ci sono rifugiati arrivati oltre un anno fa nell'Astigiano che ancora sono impastoiati in ricorsi ai dinieghi mentre gli appuntamenti per le audizioni degli ultimi arrivati sono stati fissati a metà 2017. Significa che fino ad allora non verranno neanche sentiti dai giudici e dovranno attendere nei centri di accoglienza o nelle famiglie il loro turno. Un tempo lunghissimo, troppo lungo per far funzionare al meglio il sistema dell'accoglienza di chi sbarca in emergenza. L'Astigiano, in un anno, ha portato da 120 a 320 i posti a disposizione dei migranti; oggi gli viene chiesto di trovare altri 80 posti in pochissime ore senza tenere conto che è sempre più difficile trovare strutture idonee e, soprattutto, trovare operatori preparati a gestire una massa sempre crescente di rifugiati.

«Questo meccanismo funziona se vi è una rotazione veloce delle persone nelle stesse strutture -? spiega Alberto Mossino, che con Piam e Coala gestisce Villa Quaglina, l'hub dei rifugiati (ora saturo) -? Tanti ne arrivano e tanti escono a posto con i documenti e con un minimo di prospettiva futura. Quelli ai quali lo status è stato concesso, hanno lasciato tutti l'Italia dirigendosi verso altri Paesi dell'Europa dove ci sono comunità di connazionali pronti ad accoglierli e a fare rete intorno a loro. Bisogna assolutamente sveltire il sistema di concessione dei permessi, altrimenti si crea un "tappo". Non possono continuare a mandarci persone senza avere altrettante soluzioni di posizioni».

E i nuovi arrivi (fra confermati ed annunciati) fanno emergere un altro dato curioso che riguarda la provincia di Asti: i 400 posti "trovati" sono tutti concentrati nel nord dell'Astigiano. Il sud, con due centri importanti come Nizza e Canelli hanno risposto solo molto marginalmente a questa emergenza.

Daniela Peira

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