L'ex canonica di Frinco ha aperto le porte per accogliere alcuni profughi africani. Chiuso da sei anni l'immobile posto ai piedi del maniero, ai margini della zona rossa di via al Castello, da
L'ex canonica di Frinco ha aperto le porte per accogliere alcuni profughi africani. Chiuso da sei anni l'immobile posto ai piedi del maniero, ai margini della zona rossa di via al Castello, da alcuni giorni è la nuova casa per una decina di cittadini somali. Tutti giovani under 30, di cui due minori, trasferiti in questa nuova sede dopo un primo soggiorno a Villanova. Grazie alla disponibilità avanzata dalla cooperativa S.e.n.a.p.e. di Casale Monferrato, che ha in gestione la struttura, la Prefettura di Asti ha deciso di dirottare verso Frinco parte della cinquantina di persone accolte al centro villanovese per "alleggerire" la convivenza che va avanti ormai da oltre un mese e mezzo. «La nostra candidatura è stata subito accolta e quasi immediatamente è stato operato anche il trasferimento, cogliendoci in parte impreparati, non avendo ultimati tutti i lavori di allestimento della struttura» precisa Mirella Ruo, presidentessa della cooperativa casalese.
«Stavamo predisponendo ancora dei lavori di idraulica ed impiantistica quando sono giunti venti profughi, dieci di nazionalità somala ed altrettanti del Mali. Tuttavia questi ultimi non volevano condividere il soggiorno con gli altri profughi. Peraltro nell'immobile erano stati presenti una ventina di materassi ma solo dieci letti predisposti, così il gruppo del Mali d'intesa con il personale della Croce Rossa è stato fatto rientrare a Villanova. Oggettivamente venti profughi sarebbero stati troppi per dare degna ospitalità in un immobile che è dotato di due soli bagni completi ed un terzo con solo il servizio igienico» proseguono alla cooperativa S.e.n.a.p.e. (Solidarietà ecologia natura ambiente producono economia).
Nessuna difficoltà di integrazione si è manifestata con la comunità frinchese, anzi dopo aver sostenuto i test di italiano in questi giorni stanno per partire le lezioni di lingua italiana tenute da un'insegnante che opera nella stessa scuola primaria del paese. Piena collaborazione tra S.e.n.a.p.e. e l'amministrazione comunale nell'eventuale necessità di reperire alloggi per dare ospitalità ad altri profughi africani. Mentre non è rimasto nessuno dei 25 eritrei che giovedì sera, sbarcati a Caselle, sono stati accolti a Villa Quaglina da Coala e Piam. Rispetto agli altri arrivi di profughi, questa volta erano presenti anche donne e una bambina di 2 anni. Rifocillati, nel giro di due giorni la maggior parte di loro ha raggiunto parenti a Bologna e Torino; altri hanno raggiunto Milano per partire verso altri Paesi europei dove hanno contatti e ospitalità.
Maurizio Sala