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Attualità

Prostitute, nulla cambia
ma su loro cala il silenzio

Un fenomeno di cui si parla sempre meno ma che continua a esistere, e la vita delle sue vittime continua a essere scandita da ricatti, minacce, maltrattamenti. Ora in alcune strade di periferia sono arrivate alcune ragazze albanesi, giovanissime, di cui nessuno sa nulla: probabilmente hanno contrattato la loro protezione, ma rimangono schiave di chi sfrutta i proventi del loro corpo…

Di prostituzione si parla sempre di meno, non se ne occupano le istituzioni, non è nei programmi politici e amministrativi, anche le forze dell’ordine da tempo non mettono più a segno operazioni articolate di contrasto allo sfruttamento. Qualche denuncia per irregolarità del permesso di soggiorno o per atti osceni in luogo pubblico quando le ragazze vengono pizzicate con i clienti in strada. Si fa finta di non vedere, ma le prostitute esistono e la loro vita continua ad essere scandita da ricatti, minacce, maltrattamenti, regole non scritte di un mondo che segna il suo territorio.

«I dati sono sostanzialmente rimasti stabili negli ultimi anni» dice Alberto Mossino, presidente del Piam, operatore sociale che conosce il mondo della prostituzione e autore di un bel romanzo (L’amore vero lo ha fatto solo con me, Arca Edizioni) che raccoglie le più originali storie di prostitute e clienti. «Le ragazze che lavorano in strada sono più o meno nello stesso numero e negli stessi posti. E lo stesso vale per quelle che si prostituiscono in case d’appuntamenti più o meno mascherate e che intercettano i loro clienti attraverso gli annunci sui giornali. Quello che cambiano sono le ragazze, vi è il consueto avvvicendamento per non annoiare i clienti».
Niente di nuovo, allora? «Veramente nelle ultime settimane, nelle uscite con la nostra unità di strada – rivela Mossino – abbiamo notato una cosa che non ci aspettavamo: in alcune strade di periferia sono arrivate alcune ragazze albanesi, giovanissime, di cui nessuno sa nulla. La loro presenza è insolita, perchè le ragazze albanesi da tempo non si prostituiscono più per strade e, come è accaduto per quasi tutte le loro compagne di sventura dell’Est, con il tempo sono riuscite a cambiare ruoli, arrivando a “contrattare” la loro protezione».

Un passo avanti, per coloro che si sono dimostrate “affidabili” che le ha parzialmente sottratte alla violenza e all’intimidazione dei protettori. Ma questo gruppetto di ragazzine in strada ad Asti hanno invece tutta l’aria di essere “schiave” di chi sfrutta i proventi del loro corpo e non è un segnale da sottovalutare. Per strada rimangono soprattutto le ragazze nigeriane e quelle di origine romena. Per quanto riguarda le nigeriane, molte sono in possesso di domanda di asilo politico, arrivate in Italia con il flusso di profughi e rifugiati provenienti dalla Libia ed inserite nei circuiti di accoglienza dell’Emergenza Nord Africa. Tutte vittime di tratta? Tutte convinte di venire in Italia a fare le badanti? Tutte ingannate?

Mossino è molto onesto nella sua risposta: «Questo riguarda alcune giovanissime donne reclutate nei villaggi più sperduti e poveri della Nigeria, sottratte a famiglie che per pochi soldi accettano di consegnarle. Per le altre, invece, le condizioni sono diverse. Grazie alle comunicazioni con amiche e connazionali qui in Italia sanno bene cosa vengono a fare, ma non hanno idea di cosa veramente significhi prostituirsi per strada, soprattutto non riescono a quantificare cosa possa essere un debito di 50 mila euro. Teniamo conto che c’è ancora molta ignoranza. Ma sono anche consapevoli che, con il loro lavoro qui, diventano la fonte di sostentamento principale della loro famiglia. Non vengono giudicate dai loro cari, anzi. I proventi della prostituzione hanno permesso la ricostruzione di città e tessuti sociali e civili nel Paese d’origine». Piccoli anelli di organizzazioni criminali internazionali che ha fatto della prostituzione un business per tutti. Qualche problema è sorto negli ultimi anni, quando la crisi e la minore disponibilità di denaro ha avuto ricadute anche su questo florido mercato. Ma, seppure con qualche “sconto” sulle tariffe, per molte ragazze rimane l’unico modo per fare soldi.

Daniela Peira

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