Se le nostre auto non rischiano più quella odiosa perdita di olio dal cambio, lo dobbiamo all’ingegno di tre colleghi astigiani della SKF, al lavoro nello stabilimento di Villanova, che si sono inventati il “protector cap”.
Tutto è nato da una chiacchierata con un cliente davanti ad un caffè durante un incontro commerciale.
Il cliente lamentava l’alto numero di resi in garanzia dovuti a perdite d’olio provocate dal danneggiamento della guarnizione in fase di inserimento del semiasse nel differenziale.
Un danno molto comune in linea di montaggio, un’operazione molto delicata che richiede precisione, per la quale basta pochissimo “gioco” per danneggiare irreparabilmente la guarnizione la quale, dopo poco tempo di utilizzo dell’auto, non tiene più perfettamente e rilascia la macchiolina di olio che si ritrova sotto la vettura parcheggiata.
Una guarnizione che “lavora bene” solo in perfette condizioni. Una guarnizione, dunque, che andava preservata al massimo.
Il problema viene discusso fra i tre colleghi: Gianluca Arobbio, Fabio Marchisio e Marco Bresso, rispettivamente, venditore, tecnico commerciale e progettista.
Nasce a tavolino, in ufficio, una prima bozza di “protector cap”, una sorta di tappo che non solo trattiene l’olio all’interno del cambio durante il trasporto proteggendolo dall’ingresso del contaminante, ma ha soprattutto la funzione di preservare la guarnizione durante il montaggio in linea del semiasse.
Protegge dalle impurità, dai danneggiamenti anche minimi e funge anche da “guida” per l’innesto finale del “millerighe”. Appena il montaggio è concluso con successo, grazie ad una linguetta come quella dei tappi delle bottiglie per olio, per intenderci, viene rimosso, avendo ormai svolto la sua funzione di protezione.
L’idea è stata sviluppata dai tre astigiani, partendo da un pezzo di plastica tornito per arrivare al prodotto finale. Oltre un anno di lavoro che ha mantenuto un’impronta fortemente artigianale, con prove e adattamenti continui sul prototipo.
Una volta messo a punto il design, il protector cap può essere realizzato in colori diversi per facilitare le operazioni durante le operazioni durante le fasi di assemblaggio, controllo e trasporto.
Il prossimo obiettivo è quello di rendere il protector cap anche amico dell’ambiente, con l’impiego di una plastica biodegradabile.
Il protector cap, dopo tutti i test necessari, è stato brevettato da SKF e, seppur sia in produzione da qualche tempo, rimane una soluzione all’avanguardia, non eguagliata.
Il risultato? Il totale azzeramento dei casi di perdite di olio causate dall’innesto del semiasse e una nuova linea di prodotto per la SKF di milioni di pezzi l’anno, che vengono utilizzati anche sulle trasmissioni delle nuove auto ibride ed elettriche.
Ovviamente non finisce qui, perchè Arobbio, Marchisio e Bresso hanno lavorato ad un’«estensione» del loro protector cap con l’aggiunta di una turbina da destinare ai fuoristrada per proteggere la guarnizione da fango e impurità, anche in condizioni estreme come quelle in cui spesso si trovano le vetture di questo segmento.
Grande la soddisfazione dei tre «inventori» che, schivi, spiegano: «Non abbiamo fatto altro che il nostro lavoro, ovvero ascoltare il cliente, capire cosa gli serve, studiarlo e trovare una soluzione su misura».