Tramontato definitivamente il decreto legge sull'accorpamento delle province, ora sugli enti territoriali incombe il salva Italia, con il rischio di vederle svuotate delle loro competenze. Se il sindaco Brignolo invita a non abbassare la guardia, il deputato Fiorio suggerisce che potrebbe essere necessario eleggere un nuovo presidente. Ma la ex presidente Armosino: «Prima occorre uscire da questo caos istituzionale»
La buona notizia è che la Provincia di Asti vedrà il nuovo anno dato che laccorpamento con Alessandria è stato bloccato dalla mancata conversione, al Senato, del decreto sul riordino delle Province. La cattiva notizia è che, se non verranno congelati gli effetti del salva Italia (legge dicembre 2011) a partire dal 1° gennaio 2013 la stessa diventerà un ente di secondo livello, svuotato delle funzioni le quali passerebbero a Regione e Comuni. Lo scenario è quanto mai incerto. Il decreto legge sullaccorpamento delle Province si è definitivamente arenato perché le annunciate dimissioni di Monti non consentiranno di inserire la conversione del decreto nellagenda parlamentare (prima dovrà essere votata la Legge di Stabilità).
Martedì il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo è andato a Roma insieme ad una delegazione di primi cittadini e amministratori (Giordano di Villanova, Murgia di Piovà Massaia e Milion, il presidente del Consiglio comunale di San Damiano) per unultima protesta contro lipotesi di accorpamento. Nella capitale i sindaci hanno avuto rassicurazioni sul fatto che la conversione del decreto non fosse inserita allordine del giorno ma, commenta Brignolo, «lesito positivo di questa battaglia non deve far abbassare la guardia alle amministrazioni astigiane: il tema del riordino istituzionale sarà comunque nuovamente affrontato dal futuro Governo ed è necessario che il nostro territorio e le altre amministrazioni, che in questi mesi hanno costituito una rete di enti capace di articolare azioni congiunte e iniziative condivise, elaborino proposte efficaci di riforma e contenimento delle spese, nella speranza che il tema venga affrontato nel rispetto della disciplina costituzionale e rispondendo veramente alle esigenze locali».
Anche la Provincia di Asti vive un momento di grande incertezza. Nella Legge di Stabilità potrebbe essere inserito il decreto mille proroghe contenente, tra le altre disposizioni, alcuni emendamenti agli effetti del salva Italia così da permettere alle Giunte di continuare ad esistere ma, soprattutto, di avere competenza in materia di scuola, viabilità e trasporti. Se ciò avvenisse dovrebbero essere stanziati anche i fondi necessari per garantire ai cittadini i servizi. Lonorevole Massimo Fiorio (PD) fa sapere che è allo studio il recupero di oltre 1 miliardo di euro da distribuire tra Comuni e Province così da dare un po di ossigeno alle casse degli enti locali. La Provincia di Asti è commissariata ed è proprio questo un altro nodo gordiano. Se le Province dovessero essere prorogate di un anno, fino ad una più omogenea a complessiva riforma nel 2014, quelle commissariate resteranno tali o si dovranno indire elezioni per il rinnovo di Giunte e Consigli?
Lonorevole Fiorio è di questo parere. «Se potessimo andare a votare per eleggere un nuovo presidente, anche per un solo anno, questo sarebbe legittimato dal popolo a fare da traghettatore verso una riforma della Provincia volta, magari, alla possibilità di allargarne il territorio». Ipotesi, quella di un presidente a tempo determinato che non piace però allonorevole ed ex presidente Maria Teresa Armosino (ProgettAzione). «Se si dovesse andare a votare lamministrazione dovrebbe rimanere in carica quanto previsto dalla legge e non un solo anno – commenta – ma il vero problema è che bisogna stoppare tutto e tentare di uscire da questo caos istituzionale. Purtroppo avevo previsto questa situazione, mi sono dimessa ma sono stata irrisa».
LArmosino vede una sola soluzione fattibile, considerato il tempo a disposizione: «E necessario fare una norma che indichi gli stanziamenti necessari per gestire strade e scuole e che dica, con chiarezza, le competenze, ovvero chi fa cosa. Se le Province dovessero sopravvivere è necessario che siano enti di 1° livello ma è anche ora che si metta finalmente mano ad una riforma totale dello Stato per tagliare le spese superflue e avere il personale effettivamente dove serve». Maria Teresa Armosino non nasconde la propria perplessità verso una classe politica che non saprebbe più dare risposte ai cittadini. «Non ho più voglia di essere circondata da una manica di ignoranti – affonda senza giri di parole lex presidente – e sono stufa di sentire molti politici parlare di cose che non hanno né capo né coda. Continuando così la gente arriverà veramente a prenderci con i forconi casa per casa».
Riccardo Santagati
Twitter: @riccardosantaga