Dopo il divieto di volantinaggio, quello di sosta per i rom nelle aree pubbliche e di camperaggio indiscriminato, arriva l'altolà all'accattonaggio. Lo stabilisce una ordinanza del sindaco datata 10 settembre scorso, che prende le mosse da fatti concreti e documentabili: il proliferare di «casi di accattonaggio nei pressi di supermercati e esercizi pubblici» che «costituiscono un grave pericolo per l'incolumità pubblica e la sicurezza…
Dopo il divieto di volantinaggio, quello di sosta per i rom nelle aree pubbliche e di camperaggio indiscriminato, arriva l'altolà all'accattonaggio. Lo stabilisce una ordinanza del sindaco datata 10 settembre scorso, che prende le mosse da fatti concreti e documentabili: il proliferare di «casi di accattonaggio nei pressi di supermercati e esercizi pubblici» che «costituiscono un grave pericolo per l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana».
Un fenomeno, quello della questua, che sta dilagando anche nella pacifica periferia, alimentato dalla recessione e dalla crisi economica che colpisce duro. Che può sconfinare, come scrive Marco Gabusi, «in un diversivo, preordinato a agevolare la commissione di attività illecite, borseggi, scippi e furti in genere» e che diventa molesto «quando la richiesta è insistente e la modalità irritante». Le forme sono sempre le stesse: un cappello in mano, qualche parola scambiata, un urto involontario.
Secondo il sindaco, dunque, è necessario arginare il proliferare di tale attività, vietando qualsiasi «forma di accattonaggio in ogni spazio pubblico o aperto. al pubblico» anche di pertinenza, specifica, «degli esercizi commerciali e dei trasporti pubblici». Per i trasgressori multe da 50 a 300 euro. Ma, anche, la cosiddetta "sanzione accessoria" del sequestro cautelare «del denaro provento della violazione».