Puntuale come ogni fine anno, il Sole 24 Ore ha pubblicato, lunedì, la classifica sulla qualità della vita nelle province italiane. Un responso atteso, ma anche temuto dai sindaci, che tratteggia nel bene o nel male lo stato di salute dei territori, la ricchezza, il lavoro, la cultura, l’ambiente e molti altri indicatori utili a capire dove si vive meglio.
Nella classifica generale Asti si piazza al 65esimo posto, salendo di 5 posizioni rispetto al 2020. Una classifica che vede sul podio Trieste seguita da Milano e Trento. In Piemonte, Asti, però, è la peggiore in classifica ad esclusione di Alessandria che si trova al 70esimo posto. Fanno meglio Torino (31esima, ma che perde 10 posizioni), Novara (32esima che ne guadagna 10), Cuneo (34esimo posto con -14 posizioni in classifica), Vercelli (48esima e + 5 posizioni in classifica), VBO (50esima posizione) e Biella (59esima posizione).
Andando nel dettaglio i dati forniti da Il Sole 24 Ore destano qualche preoccupazione. All’indicatore “Ricchezza e consumi” Asti si attesta al 40esimo posto dopo averne persi 25 in un solo anno. Eppure, tra i sottoindicatori del caso, veniamo a sapere che per quanto riguarda i depositi bancari il territorio si attesa al 16esimo posto con 22.851 euro pro capite tra le famiglie consumatrici (la media nazionale è 18.609,3 euro). In questo caso Cuneo ci batte posizionandosi quarta (24.860,80 euro pro capite).
Il prezzo medio di vendita delle case, ad Asti (100 mq in zona semi-centrale) è di 1.500 euro a mq, rispetto ad una media nazionale di 1.743,9 euro. Questo ci posiziona al 56esimo posto della classifica nazionale. Per quanto riguarda gli affitti, sempre su un canone medio di locazione per 100 mq in zona semi-centrale, ci fermiamo ad un canone di 520 euro (rispetto ai 619,5 euro di media nazionale). E ancora: Asti si attesta al 32esimo posto per la retribuzione media annua di un lavoratore dipendente: 22.294 euro (19.523 euro è la media nazionale).
Passando all’indicatore “Affari e lavoro” il nostro territorio perde 10 posti in classifica fermandosi in 91esima posizione. Sale invece di 21 posti nell’indicatore “Giustizia e sicurezza” attestandosi alla 43esima posizione della classifica nazionale. In questo caso i dati peggiori riguardano i furti nelle abitazioni (95esimo posto con 263,58 denunce ogni 100.000 abitanti e una media nazionale di 174.40 denunce). Asti è però prima nazionale nel sottoindicatore “Mortalità per incidenti stradali” con un tasso pari a 0 standardizzato per 10.000 residenti (15-34 anni).
Nell’indicatore “Demografia e società” scende di 11 posizioni e si ferma al 48esimo posto della classifica. Finisce addirittura al 100esimo posto, perdendo 10 posizioni, nell’indicatore “Ambiente e servizi”. Pesano, tra i sottoindicatori, la voce “Speranza di vita alla nascita” (93esima posizione nazionale con 80,9 anni di valore medio rispetto agli 82 nazionali) e la presenza, o meglio l’assenza, di medici specialisti ogni 10.000 abitanti che vede Asti al 104esimo posto, ben sotto la media nazionale (19,5 contro i 28 nazionali).
L’ultimo indicatore considerato dalla classifica riguarda la “Cultura e tempo libero” dove Asti precipita di 20 posizioni fermandosi alla 69esima posizione.