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Lettera

“Quando la Pubblica amministrazione mette il bastone nelle ruote a chi lavora”

L’organizzatore del Motor Show critica la decisione arrivata all’ultimo momento di spostare la sede della manifestazione dal centro in periferia

Riceviamo e pubblichiamo

Forse qualche tecnico della Pubblica Amministrazione o politico astigiano ignora che a monte di un evento come il Motor Show – ma come tanti altri – ci sono mesi di lavoro per organizzare, contattare, migliorare e fare in modo che poi tutto fili liscio.

Forse gli stessi tecnici e politici ignorano che per organizzare una manifestazione capace di coinvolgere centinaia tra espositori, artisti, sportivi e gruppi organizzati, date e certezze sugli spazi da utilizzare sono fondamentali per la riuscita di un evento. Che ricordiamo, per il pubblico è gratuito, ma costa non solo tempo e fatica.

Per la seconda edizione del Motor Show 2024, programmato già il 15 e 16 giugno era quasi tutto pronto: aziende legate all’automotive avevano aderito entusiaste, tutti i concessionari d’auto di Asti, realtà del territorio e del mondo dei motori erano già pronti a supportare la kermesse, ponendo come unica condizione di riuscita e di partecipazione che la location cittadina fosse centrale. Come l’anno scorso (piazzale De André).

Eppure a poche settimane dall’evento – la macchina della promozione era già avviata – ci troviamo a dover spostare l’evento in un’area molto periferica (piazza d’Armi) che ad averlo saputo prima non avremmo neppure accettato.

Nulla faceva presagire ad un cambio improvviso, perché fino all’ultima riunione nessuno – assessore, associazioni, commercianti – aveva sollevato eventuali problematiche legate alla piazza scelta.

La decisione di allontanare i motori dal centro per chissà quale motivo di quiete pubblica è la dimostrazione di poca professionalità nella gestione degli eventi comunali e di una pianificazione sommaria e raffazzonata, di scarso rispetto per il lavoro altrui e di non voler considerare il ritorno economico in tempi di crisi per le attività commerciali che dall’evento avrebbero tratto molta visibilità.

Spostare la manifestazione in un’area periferica non è la stessa cosa: molte realtà commerciali non avrebbero partecipato, a saperlo prima.

L’Amministrazione poi non ci dà alternative: o così o niente, forte dell’autorità, senza offrire ulteriori alternative o possibilità di dialogo. Non capiamo questo comportamento improvviso di chiusura, dopo mesi e mesi – ribadiamo – in cui gli stessi interlocutori non hanno mai avuto da eccepire sulla location.

Superficialità, dilettantismo? O ci sono altre ragioni che non conosciamo e che non ci dicono? Sarebbe stato più onesto non far perdere tempo e soldi a molte persone, dicendo fin sei mesi fa: nel 2024 ci sono le elezioni, il Motor Show non lo potete fare. E invece il danno ormai è fatto. Chi paga? Se davvero le elezioni hanno avuto un peso sulla decisione comunale, allora, speriamo che i tanti appassionati di motori, le attività commerciali, i tecnici e i professionisti (si, dietro ci lavorano professionisti degli eventi e del marketing) delusi se lo ricordino al momento di andare a votare.

Claudio Rossi, organizzatore Motor Show

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