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Questione aperta da oltre un anno

Quaranti: area ex fornace, si attende a giorni la sentenza del TAR

I privati avevano impugnato la variante con i vincoli UNESCO dell’Unione collinare
Dovrebbe arrivare a giorni la sentenza del TAR relativa all’area dell’ex Fornace di Quaranti (foto), una questione che si trascina, in tempi più recenti anche per vie legali, da oltre un anno. A monte c’era stata la richiesta da parte di azienda privata di realizzare un impianto di smaltimento dei fanghi, nell’appezzamento di terra che in passato aveva ospitato la fornace, in quel di Quaranti e nel cuore di quel paesaggio dei vigneti tra Nicese e Acquese, “buffer zone” del sito UNESCO di Langhe-Roero e Monferrato.

La questione aveva subito acceso gli animi, con l’allora primo cittadino Alessandro Gabutto a difendere la necessità del progetto, affinché il privato stesso si facesse anche carico della rimozione dell’amianto nel sito. Il fronte del “no”, preoccupato dell’impatto ambientale e turistico, aveva visto convergere i paesi dell’Unione Collinare “Vigne&Vini” e la nascita del Comitato “Oltre”, presidente Gianfranco Calvi. «L’udienza è stata l’8 novembre, alla presenza del nostro legale, di quello di Quaranti e di quello dell’Unione – racconta – Il giudice si è riservato di emettere sentenza entro 60 giorni».

Il passaggio amministrativo principale di “Vigne&Vini” è stata l’adozione in forma complessiva dei vincoli richiesti in quanto sito Unesco. Contro questa variante l’azienda proponente ha fatto ricorso. Prosegue il presidente: «Al TAR sono state mandate note informative che riepilogano le pesanti ricadute negative che il progetto avrebbe in un territorio piccolo e delicato come il nostro». Calvi menziona un’altra sentenza, già arrivata: l’azienda aveva fatto ricorso al Consiglio di Stato contro l’ordinanza da parte del Comune di Quaranti per rimuovere l’eternit. È stata bocciata.

La scorsa primavera tra l’altro, alle consultazioni elettorali come sindaco di Quaranti, lo sfidante Giuseppe Pigella ha avuto la meglio sul primo cittadino uscente Alessandro Gabutto. Lo “stop” all’impianto di smaltimento fanghi ha fatto da cavallo di battaglia in campagna elettorale, contribuendone forse all’esito. Racconta Pigella: «Sul posto, nell’area dell’ex Fornace, ci sono stati due sopralluoghi consecutivi da parte di ARPA, ASL e NOE. Già a seguito del primo, riscontrata la pericolosità dei materiali ancora presenti, come amministrazione ne abbiamo fatto ordinanza di rimozione. Un modo, per noi, anche per avere il polso dell’affidabilità dell’azienda privata: in quanto proprietari, togliere l’eternit è loro compito».

Oltre al ricorso, come si diceva bocciato, il dialogo con i privati sarebbe stato da quel momento in avanti molto lacunoso, e comprenderebbe in base alle voci anche un tentativo di addebito al Comune di Quaranti di una parte introduttiva delle operazioni di bonifica.

«Il secondo sopralluogo delle autorità ambientali è stato a ottobre – prosegue Pigella – segnala come l’ammaloramento dei materiali si stia aggravando». In attesa della sentenza, il sindaco continua la sensibilizzazione: a una riunione nell’Alessandrino ha incontrato i vertici dell’associazione per il sito Unesco.

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