Il Trovamici, un tempo centro per l’infanzia e le famiglie situato in via Vigna, è al centro di un nuovo dibattito sulla sua riapertura e riutilizzo. La struttura, inaugurata nel dicembre 1998, è stata un importante punto di riferimento per la comunità per circa 20 anni, offrendo attività educative, ludiche e di aggregazione sociale per bambini e adulti. In particolare, il centro garantiva attività specifiche per bambini con disabilità o bisogni educativi speciali, e fungeva da punto di auto-mutuo aiuto tra genitori.
La chiusura del Trovamici, avvenuta oltre cinque anni fa, ha lasciato un vuoto nel quartiere. La struttura è stata successivamente inclusa nel progetto PinQua, il quale prevedeva la sua trasformazione in un dormitorio maschile. Tuttavia, l’amministrazione comunale ha poi cambiato idea a seguito di problematiche emerse in un secondo momento. Ma, nonostante l’intenzione di ripristinare lo spazio come centro educativo, la situazione è rimasta in stallo e la struttura risulta attualmente abbandonata.
Lo stato in cui versa il Trovamici ha sollevato nuove preoccupazioni tra i cittadini. Durante un dibattito sull’edilizia popolare, i residenti degli stabili di via Dogliotti hanno segnalato il degrado della struttura e la presenza di persone che vi entrano liberamente. Anche un’immagine del centro, che ritrae un pupazzo solitario, evoca un senso di abbandono e spreco di una risorsa preziosa per la comunità.
Nel corso degli anni diverse interrogazioni sono state presentate dai consiglieri comunali di minoranza per chiedere chiarimenti sul futuro del Trovamici. Nei giorni scorsi il consigliere di Ambiente Asti, Mario Malandrone, ha domandato, nell’ennesima interpellanza, se il progetto PinQua sia ancora una priorità, se ci siano controlli sull’utilizzo dello spazio da parte di senzatetto e a quanto ammonti il costo dei lavori da effettuare sulla struttura. Inoltre ha chiesto informazioni sulle destinazioni d’uso che il Comune avrebbe in mente per questo spazio.
Il Trovamici, un tempo luogo di aggregazione e supporto, attende ancora una nuova vita. La sua riapertura rappresenterebbe un segnale positivo per la città e per il quartiere, ma quando e se avverrà non è per nulla scontato.