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Canelli: la Regione dice “no” al corso turistico del Pellati
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Canelli: la Regione dice “no” al corso turistico del Pellati

Non sono buone notizie quelle che arrivano dagli uffici regionali della Pubblica Istruzione. A fronte della formulazione di risorse aggiuntive all’organico di fatto non sono stati contemplati

Non sono buone notizie quelle che arrivano dagli uffici regionali della Pubblica Istruzione. A fronte della formulazione di risorse aggiuntive all’organico di fatto non sono stati contemplati docenti per l’indirizzo turistico dell’Istituto N. Pellati di Canelli e quindi, per il momento, il corso non sarà attivato. La comunicazione arriva dal provveditorato agli studi di Asti e cade come un macigno sui 29 iscritti e sulle loro famiglie.
Il caso è un esempio di italica burocrazia: a fine marzo gli iscritti erano appena 18, troppo pochi per attivare una classe. A fine giugno però si era arrivati a quota 29, grazie al ripensamento di molti studenti che avevano deciso di investire il proprio futuro scolastico a Canelli. I nulla osta dalle altre scuole non sono però partiti per tempo e quindi, al momento di formulare l’organico di diritto, a inizio giugno, risultava un numero insufficiente di iscritti (meno dei 25 richiesti per legge). Una postilla che ai genitori non è stata spiegata e che faticano a comprendere: sembra incredibile che una classe di 29 alunni non possa essere attivata. Lo stesso sindaco Marco Gabusi si dice incredulo «Vorrei verificare quante altre scuole nella provincia hanno attivato classi raggiungendo o superando la soglia dei 25 iscritti». Lapidario il provveditore Alessandro Militerno «purtroppo non abbiamo le risorse per attivare il corso» e poi spiega: «quest’anno, una volta concluse le nomine per l’organico di diritto le scuole della provincia, di ogni ordine e grado, hanno chiesto in tutto 40 docenti in più di quelli chiamati a giugno a coprire una cattedra. L’assegnazione aggiuntiva per l’organico di fatto è stata, invece, di soli 19 docenti». Numeri che la dicono lunga sui tagli alla scuola, la coperta sembra sempre più corta. Eppure secondo quanto affermato da Pier Luigi Pertusati, preside del Pellati servirebbero solo due docenti per l’attivazione del corso turistico per un costo, per le casse pubbliche, di 70 mila euro l’anno. Una cifra che di questi tempi si fatica però a reperire. A causa delle minori risorse si è stati costretti a mantenere alcune pluriclasse o a tollerare classi sovraffollate. Sembra quindi difficile poter accontentare le famiglie dei 29 studenti.
Eppure, non tutto sembra perduto: dal provveditorato ci spiegano come ogni anno la direzione generale della pubblica istruzione chiede a Roma risorse extra per coprire situazioni eccezionali. Se il Ministero dell’Economia e delle Finanze accettasse di concedere ulteriori risorse per le scuole piemontesi il corso a indirizzo turistico potrebbe essere attivato. Il condizionale è però d’obbligo in tempi eccezionali come questi, ci spiegano. Non è detto che la richiesta venga presentata e poi accolta, ne’ si può avere certezza di quando saranno nominati eventuali, nuovi docenti. Insomma, per questi ragazzi iscritti al primo anno di un indirizzo fantasma, il rischio è di trovarsi a settembre con un pugno di mosche.

Lucia Pignari

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