Con un tempo che, dopo aver infradiciato le migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo, ha invece graziato i fedeli che hanno raggiunto il piazzale del Colle, si è chiuso domenica 16 agosto
Con un tempo che, dopo aver infradiciato le migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo, ha invece graziato i fedeli che hanno raggiunto il piazzale del Colle, si è chiuso domenica 16 agosto l'anno del bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco. Stimata la presenza di circa 5 mila persone che hanno affollato la scalinata e gli spazi ai piedi della basilica dove don Angel Fernandez Artime, decimo successore di Don Bosco, ha presieduto la messa su un palco degno dei migliori concerti rock alla presenza dell'arcivescovo di Torino monsignor Nosiglia.
Quando don Artime ha preso la parola, la febbre per lo storico appuntamento ha preso quota: «200 anni fa qui in questo luogo preciso veniva al mondo un bambino che sarebbe diventato padre e maestro della gioventù del mondo -? ha detto don Artime nell'omelia ?- ringraziamo il Signore per il dono che ci ha fatto, per un Don Bosco che ha cominciato il suo cammino di grande sacerdote sulle ginocchia di Mamma Margherita, che ha alimentato il suo carisma negli incontri con i suoi maestri di vita e di fede e rinforzato nella sua vita quotidiana fra i giovani». Il rettor maggiore non risparmia definizioni per Don Bosco, tutte perfettamente attuali e calzanti: «profondamente uomo e profondamente uomo di Dio, una figura completa, un piemontese universale, un figlio del tempo che ha saputo anche essere tessitore della storia». L'eredità di Don Bosco a 200 anni dalla sua nascita? «Saper guardare al passato con gratitudine, vivere il presente con speranza e lavorare per un futuro con novità e forze evangeliche inedite, questa la scommessa della grande famiglia salesiana».
Tanti i riferimenti anche a Margherita Occhiena, la madre di Don Bosco che non solo lo avviò alla fede cristiana nei primi anni della sua vita, ma lasciò le colline dei Becchi (che domenica scorsa si sono presentate in tutto il loro splendore estivo) per seguire il figlio a Torino ed affiancarlo nella straordinaria avventura che fu l'invenzione degli oratori. «Non possiamo dimenticare ciò che Papa Francesco ha sottolineato nella sua visita a Torino e cioè che non si può capire Don Bosco senza pensare a Mamma Margherita ? ha ricordato ancora don Artime ? e ha insegnato a tutta la famiglia salesiana la necessità di evidenziare modelli femminili affidabili di donne che sanno amare ed agire con la tenerezza del cuore e gli occhi di Dio». Ultima "eredità" lasciata da Don Bosco è forse la più attuale e moderna: «Ci ha insegnato a non stare a guardare» ha detto don Artime in chiusura del suo intervento.
Protagonisti indiscussi della grande festa di chiusura del bicentenario al Colle sono state le migliaia di ragazzi del movimento giovanile salesiano giunti da tutto il mondo fra il pomeriggio di venerdì e la serata di sabato. Accolti, purtroppo, da un tempaccio che ha scombinato i piani di accoglienza che erano stati approntati. Alla fine la decisione di accoglierli in tutti gli spazi coperti del grande complesso dei Becchi, dall'Istituto Berardi Semeria a tutti i locali disponibili. E così sabato sera la struttura si è presentata come un enorme accampamento, con materassini e sacchi a pelo ovunque: nelle camerate, nei saloni comuni superiori e inferiori, nella palestra, nei musei e poi ancora, visto che i posti mancavano, nelle due basiliche, quella inferiore e quella superiore. Tutti al coperto, tutti insieme, tutti a prender sonno sotto lo sguardo benevolo di Don Bosco che, anche in questo caso, ha dato riparo ai suoi giovani. Giovani che avevano già animato la vita di Castelnuovo Don Bosco con il loro arrivo e il loro pellegrinaggio a piedi dal capoluogo alla frazione dei Becchi.
Con qualche fuoriprogramma gustoso, come la visita di un gruppo di polacchi al Museo Mamma Margherita di Capriglio, intorno alle 23 di sabato sera. Dopo la visita al museo si sono recati nella chiesa parrocchiale e lì, scoccata la mezzanotte del 16 agosto, hanno intonato un accorato coro di "tanti auguri a te" per Don Bosco.
Daniela Peira