«La prima volta che conobbi la solitudine e la sofferenza per essere presa di mira da una coetanea avevo circa 11/12 anni, all’inizio delle scuole medie. Una ragazzina della stessa mia età, forse più grande di me di qualche mese, iniziò a tormentarmi. Era invidiosa di me per il mio aspetto fisico, perché ero fisicamente molto sviluppata per la mia età e questo le dava fastidio». Inizia così la coraggiosa e allo stesso tempo toccante testimonianza di Elena, la studentessa astigiana che venerdì mattina ha voluto condividere la propria storia al convegno “Pillole contro il bullismo” organizzato dall’IIS Vittorio Alfieri in collaborazione con l’assessorato alle politiche giovanili del Comune di Asti e all’Osservatorio provinciale per la prevenzione al bullismo.
Una testimonianza sincera, commossa, più volte interrotta dalle lacrime della giovane che ha avuto il coraggio di ribellarsi, di «tornare a sorridere», come sottolineato dalle sue parole; ma soprattutto un esempio positivo offerto ai numerosi altri studenti delle scuole superiori astigiane collegati in streaming per seguire il convegno.
Sono stati, infatti, i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori i veri protagonisti dell’evento che era già stato programmato nel febbraio del 2020, poi bloccato a causa della pandemia. Ma l’Osservatorio non si è mai fermato e anche l’assessore Elisa Pietragalla ha chiesto alla dirigente del Polo Alfieri, Stella Perrone, di tentare una formula innovativa per consentire lo svolgimento dei lavori, in sicurezza e nel rispetto delle regole antiCovid.
Un convegno in streaming con 13 classi collegate
È nato, così, un format senza precedenti nel quale gli studenti di 13 classi delle scuole superiori si sono collegati in piattaforma, chi dalla classe, chi da casa, per ascoltare i relatori presenti nella sala conferenze dell’Alfieri e per vedere i cortometraggi realizzati dalla scuola secondaria di 1° grado di Canelli, dagli studenti del Liceo Artistico Benedetto Alfieri e dai ragazzi dell’Istituto Monti.
Video ideati dagli studenti che hanno scritto la sceneggiatura, effettuato le riprese e il montaggio in post produzione. Filmati che parlano di bullismo e cyberbullismo, di vittime e carnefici, di dolore e gioia, di quanto gli adolescenti di oggi, colpiti anche loro dall’emergenza sanitaria, siano fragili, spesso soli perché non sempre hanno la forza di ribellarsi ai soprusi e alle prevaricazioni, reali e digitali, da parte dei cosiddetti bulli. Però il messaggio lanciato dal convegno è stato chiaro: bisogna reagire subito, non aspettare che la situazione si risolva da sé, non credere che essere bullizzati per il proprio aspetto fisico, per il proprio orientamento sessuale, per i propri gusti nel vestire, oppure perché non si possiede l’ultimo modello di telefonino sia “solo” uno scherzo.
«Abbiate fiducia nella scuola, negli insegnanti e nei genitori»
Il bullismo e il cyberbullismo sono episodi gravi che possono trasformarsi in reati. Su questo punto sono stati molto chiari i rappresentanti delle forze dell’ordine, carabinieri, polizia locale e postale, che hanno partecipato ai lavori.
Ma quello che “Pillole di bullismo” ha voluto lanciare agli studenti è stato un messaggio di fiducia nella scuola, negli insegnanti, nei loro genitori e anche nei loro amici: chiedere aiuto, non nascondersi, non vivere nell’inferno com’è capitato a Elena, la studentessa che ha letto la toccante testimonianza in apertura del convegno.
D’altro canto i ragazzi collegati in streaming hanno dimostrato di aver recepito le forti emozioni suscitate dalla visione dei brevi video trasmessi durante l’evento.
Un report in tal senso è stato dato dall’interattività dell’incontro che ha sfruttato le possibilità digitali per lanciare un sondaggio cui in molti hanno partecipato. Attraverso il portale Mentimeter è stato chiesto agli studenti di scrivere tre parole chiave che descrivessero il loro stato d’animo e le loro emozioni davanti ai vari episodi di bullismo raccontati. Il risultato, elaborato in diretta dalla piattaforma, è stato lampante: tristezza, rabbia, empatia, dispiacere, solitudine, disgusto, compassione, dispiacere, ma anche consapevolezza, speranza, coraggio, forza sono state le parole chiave più condivise. Parole analizzate da Leonardo Scaglione della Consulta giovanile degli studenti pronto a farsi portavoce e interprete dei dubbi nati tra i più giovani.
Ed è su quelle stesse parole che i rappresentanti dell’Osservatorio contro il bullismo si sono confrontati dando risposte anche alle varie domande giunte in chat da parte degli alunni. Il convegno si è concluso invitando tutte le classi presenti a diffondere le buone prassi contro ogni genere di bullismo e a fare tesoro delle parole di Elena: «Trovate quello che vi fa stare bene, cercate gli amici veri e non di convenienza, non abbiate paura di quello che dicono di voi e non abbiate paura di denunciare chi è motivo di sofferenza per voi e per altri. Imparate ad ascoltare se volete essere ascoltati. Cercate la vostra felicità e prendetevela; non permettete a nessuno di portarvela via».
L’Osservatorio che mette in contatto le competenze
L’Osservatorio provinciale contro il bullismo è composto da più soggetti qualificati che si sono messi in rete per affrontare il tema del bullismo e del cyberbullismo con azioni di monitoraggio, prevenzione ed educazione alla buone prassi contro ogni atto di prevaricazione ai danni dei più giovani.
Ne fanno parte la Prefettura, l’Ufficio scolastico provinciale, il Comune di Asti (Assessorato alle Politiche Giovanili e Garante diritti minori), la Provincia, l’IIS Alfieri, l’IIS Castigliano, la Consulta provinciale degli studenti, il CSVAA – Centro Servizi Volontariato Asti e AL, l’Asl AT, la Questura, i Carabinieri e la Polizia Municipale.
[foto e riprese Billi]