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«Ragazzi, ecco perché il caporalato è una piaga che dev’essere fermata»

Numerose classi dell’Istituto Penna hanno partecipato all’incontro promosso da Libera con l’avvocato Valentina Sandroni che ha condiviso la sua esperienza riguardo al processo “Momo” di Saluzzo

L’Istituto tecnico agrario G. Penna di Asti è stato il teatro di un interessante incontro nell’ambito del progetto di educazione alla legalità “Spezziamo il giogo! Scuola, cultura, contrasto al caporalato” promosso dalla regione Piemonte in collaborazione con Libera. L’evento ha visto la partecipazione delle classi 3A, 3B, 3C, 4B e 4C che hanno avuto l’opportunità di ascoltare l’avvocato Valentina Sandroni, esperta di criminalità organizzata e diritti dei lavoratori.

L’avvocato Sandroni ha condiviso la sua esperienza diretta riguardo al processo “Momo” di Saluzzo, il primo procedimento giudiziario contro il caporalato nel nord Italia. Il suo racconto appassionato e coinvolgente ha catturato l’attenzione degli studenti, offrendo loro una prospettiva interna sulle dinamiche di questo fenomeno. Per illustrare la complessità del caporalato, l’avvocato Sandroni ha utilizzato una «metafora incisiva: quella del cesto di mele»: non è sufficiente eliminare la singola azienda corrotta, poiché l’intero sistema che permette tale sfruttamento disumano e degradante deve essere “pulito”.

All’incontro erano presenti anche figure di spicco di Libera Asti. Simone Barbiero, referente dell’associazione, ha sensibilizzato i ragazzi sull’importanza della Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di mafia, invitandoli a partecipare all’evento che si terrà ad Asti il 20 marzo in piazza San Secondo. Andrea Zummo, referente di Libera Piemonte, anch’egli presente, aveva precedentemente incontrato le classi coinvolte insieme a Chiara Sacchetto per discutere temi cruciali come la mafia, i beni confiscati e i processi Barbarossa e Minotauro che hanno avuto un impatto anche sul territorio astigiano.

Le riflessioni suscitate dall’incontro hanno toccato anche le reazioni della comunità di fronte al fenomeno del caporalato. È emerso come molti abbiano negato o sminuito il problema, rimanendo indifferenti, impauriti o alimentando pregiudizi nei confronti degli extracomunitari. Tuttavia, l’incontro ha anche sottolineato l’importanza di coloro che, singolarmente o in associazione, si sono attivati per aiutare le vittime e contribuire alle indagini che hanno portato all’avvio del processo “Momo”.

Il percorso educativo culminerà con una visita a cascina Arzilla, un bene confiscato situato nel comune di Volvera. In questa sede, gli studenti parteciperanno ad attività laboratoriali e progetteranno strategie per restituire le conoscenze acquisite alla comunità scolastica e all’intera cittadinanza di Asti e provincia. L’obiettivo finale è quello di «sensibilizzare e responsabilizzare ognuno», affinché, nel proprio piccolo, possa contribuire al cambiamento e alla lotta contro lo sfruttamento lavorativo.

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