Il suggerimento del Movimento Galvagno, quello sul “compromesso”, sembra non aver sortito una buona risposta da parte del sindaco Maurizio Rasero oltre ad aver infastidito molti esponenti del centrodestra
Il suggerimento del Movimento Galvagno, quello sul “compromesso”, sembra non aver sortito una buona risposta da parte del sindaco Maurizio Rasero oltre ad aver infastidito molti esponenti del centrodestra.
«La chiusura dei campi nomadi è dettata dalle linee guida europee, – spiega Rasero – dall’ordine del giorno approvato in Consiglio, ed è anche nel programma elettorale della mia maggioranza, quindi prendo atto della proposta del Movimento Galvagno, ma non cambia nulla né sposta l’obiettivo che ci siamo dati, ovvero il superamento dei campi nomadi. La posizione del movimento era nota in Giunta, – continua il sindaco – ma ricordo che sono partite le lettere di demolizione per gli abusi edilizi, seguiti da incontri tra l’amministrazione e i nomadi direttamente nel campo. Per quanto mi riguarda, tutti sono tenuti a rispettare le leggi e noi stiamo cercando soluzioni fattibili ad un problema non semplice».
Sulla richiesta di un chiarimento in maggioranza, il sindaco è pronto a convocare una riunione al più presto, come già successo per la questione Agrivillage, ma fonti a lui vicine lasciano intendere che non abbia capito il motivo dell’uscita sui giornali di Galvagno e che sappia bene quanto “il compromesso” non abbia trovato tutti d’accordo neanche tra gli stessi esponenti del gruppo che porta il nome del suo alleato.
Le precisazioni di Galvagno giunte lunedì mattina potrebbero però non servire ad evitare un confronto tra i gruppi di centrodestra, mentre il neo coordinatore cittadino del PD, Mario Mortara, fa partire il primo affondo.
«Apprendiamo che la Giunta comunale non prenderà provvedimenti né per superare né per chiudere i campi nomadi (di conseguenza quello di Via Guerra rimarrà come ora); che tutti i propositi elettorali tanto sbandierati dal vicesindaco Coppo sono stati velocemente accantonati. Chissà cosa pensano tutti gli elettori che si sono fidati del programma elettorale del sindaco il quale, alla voce campi nomadi, diceva: superamento e chiusura. Noi del PD lo abbiamo sempre detto che si trattava solo di promesse elettorali e responsabilmente abbiamo rappresentato ai cittadini che il grosso problema dei campi nomadi andava risolto attraverso un processo condiviso, rispettoso delle dignità umane in un quadro di salvaguardia della sicurezza e della legalità. La buona politica si fa con realismo, rispetto dei cittadini, lealtà, trasparenza. Noi del Pd continueremo a farla cosi».
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Riccardo Santagati