Nei giorni scorsi la conferenza “La città del futuro: città sensibili”, tenuta da Carlo Ratti, architetto e direttore del MIT Senseable City Lab di Boston
Ha avuto luogo martedì la conferenza “La città del futuro: città sensibili”, tenuta da Carlo Ratti, architetto e direttore del MIT Senseable City Lab di Boston. Organizzata dall’Unione industriale e dall’Ucid (Unione cristiani imprenditori dirigenti), ha riscosso un notevole successo. A rompere il ghiaccio è stato il Prefetto di Asti, Paolo Formicola, che ha riflettuto sull’importanza dello sviluppo in una società moderna. Successivamente, il sindaco Fabrizio Brignolo, dopo aver ringraziato gli organizzatori e i partecipanti, ha presentato l’iniziativa come un «grande stimolo per le associazioni locali».
Il presidente Ucid Paolo Porrino e Paola Malabaila, presidente dell’Unione Industriale, hanno introdotto Carlo Ratti, affrontando tematiche quali lo sviluppo, la modernità e la ricerca. Ratti ha aperto il suo discorso con una riflessione sul cambiamento della società, che sta creando nuove opportunità grazie alla «convergenza del mondo fisico e digitale».
Le tecnologie, infatti, sono le vere protagoniste di questo sviluppo socio-industriale, perché in grado di sostenere imprese e aziende. Ratti ha spiegato le sue teorie con esempi pratici, illustrando i suoi progetti a un pubblico molto attento. A cominciare dal progetto di New York, per cui, mappando la città come un organismo vivente (da qui il termine «città sensibile»), Ratti ha concluso che, con il 40% di mezzi pubblici di adesso si potrebbe portare comunque l’intera popolazione a destinazione, se si condividesse il trasporto.
Condividere è la parola d’ordine per accedere alla società del futuro, così come testimonia il suo lavoro per la città di Guadalajara, in Messico. Ratti, infatti, ha proposto di trasformare i cortili di Guadalajara in spazi di aggregazione, condivisione, «co-working», in virtù della sua “filosofia del futuro”. L’idea dello spazio condiviso, senza barriere, è stata presentata anche a Milano per l’Unicredit e a Torino, per la vecchia Fondazione Agnelli. Questo perché, sostiene il professore, «il modo di lavorare di oggi è più flessibile», dato che non si è più vincolati da un ufficio.
Le molteplici esperienze del relatore hanno inglobato anche collaborazioni con produttori di mobili, per i quali sono state utilizzate tecniche di fabbricazione digitale (stampante in 3D o macchine per taglio laser). A Boston è stato presentato il “Local Warming”, un riscaldamento a bolle di calore che agisce sulle persone e non sull’ambiente, evitando così molti sprechi.
Ratti ha lavorato anche all’Expo 2015, progettando un supermercato del futuro con la Coop – che instauri un rapporto attivo e non alienante con il cliente – e un trattore senza bisogno di conducente, in collaborazione con la New Holland, per evitare i danni della monocoltura. Il pubblico, affascinato dall’esperienza di Carlo Ratti, ha abbandonato la sala con un lungo applauso e con commenti molto positivi sulla conferenza.
Elisabetta Testa