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Reddito di autonomia a chi ha perso il lavoro, una proposta di legge regionale
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Reddito di autonomia a chi ha perso il lavoro, una proposta di legge regionale

Non si può accettare come inevitabile che ci siano famiglie che fanno fatica ad accedere ai servizi primari e che la disuguaglianza sociale continui ad aumentare. Non ci sono soluzioni a portata di

Non si può accettare come inevitabile che ci siano famiglie che fanno fatica ad accedere ai servizi primari e che la disuguaglianza sociale continui ad aumentare. Non ci sono soluzioni a portata di mano, ma durante il convegno di sabato in Municipio – promosso da Libera, Gruppo Abele, e da tutti i sostenitori della campagna "Miseria Ladra" – si è cercata la concretezza delle proposte.
Inserito nel programma della Giornata mondiale per l'eradicazione della povertà e condotto da Isabella Sorgon, referente provinciale di Libera, l'incontro ha riguardato in particolare il Piemonte e la nostra città, senza privarsi di uno sguardo più ampio sulla povertà mondiale, offerto da Monsignor Neri Tondello, vescovo di Juina in Brasile. «Perché – come ha sottolineato il religioso – è il modello di questo mondo che produce la povertà: essa esiste intenzionalmente e la ricchezza è in mano a pochi».

Il primo passo
I relatori sono stati tutti concordi nel dire che la prima proposta per fronteggiare la povertà non deve essere l'assistenzialismo, ma la riorganizzazione sociale. Puntando all'obiettivo di un'economia diversa, è necessaria la consapevolezza di una società civile che si organizza attraverso l'associazionismo, i sindacati e tutte le realtà che insieme possono rendere più udibile la sua voce.

Le proposte della politica
Poi arriva la politica, «che ha il compito di interpretare il cambiamento e fornire risposte adeguate», come ha detto il consigliere regionale Domenico Rossi, insieme a Marco Grimaldi, uno dei primi firmatari della recente proposta di legge regionale sul reddito di autonomia.
Proprio Grimaldi ha illustrato questa proposta di legge che intende assicurare un'esistenza dignitosa e prevede un contributo di 7.200 euro l'anno a chi ha perso il lavoro, è precario o sottoccupato.
Se la proposta diventerà legge, ne beneficeranno i residenti in Piemonte da almeno 36 mesi, con un reddito annuo inferiore agli 8 mila euro, ovvero a metà strada tra i 6 mila (il limite di povertà assoluta) e 10 mila euro (il limite di povertà relativa).
«Attenzione – sottolinea Grimaldi – al fatto che chi percepirà questo reddito seguirà corsi di formazione e sarà iscritto ai centri di collocamento proprio per cercare di ritornare a far parte della cittadinanza attiva, ritornare ad avere speranza»,
Anche la legge regionale contro lo spreco alimentare, presentata dalla consigliera Angela Motta, è una risposta concreta. Il provvedimento promuove interventi di recupero e valorizzazione di beni invenduti, prevalentemente alimentari, con fini economici, sociali e ambientali. «Per il 2015 – ha affermato Angela Motta – sono stanziati 500mila euro e siamo in attesa del regolamento per capire nel dettaglio come dovranno essere impiegati».
Ha concluso gli interventi l'assessore alle Politiche sociali Piero Vercelli: «Abbiamo subito 8 milioni di euro di tagli e cercato di ridurre il meno possibile sulle politiche sociali, ma oggi gestiamo l'emergenza, non facciamo politica, su questo dobbiamo essere franchi. Manca a livello nazionale una politica che sappia ascoltare i territori su questo tema».

Alessia Conti

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