Stanno protestando ormai da giorni. Hanno organizzato una raccolta firme e hanno anche manifestato con cartelli durante il mercato del paese per sensibilizzare l’opinione pubblica. Motivo del contendere un’antenna ripetitore per la telefonia mobile, alta circa una quarantina di metri, che sarà realizzata in località San Grato in strada Binè. A sollevare la questione è stato Stefano Bessone che una mattina, per puro caso, da alcuni operai che stavano predisponendo le opere preliminari per il futuro cantiere, ha fatto la scoperta:
«Costruiscono su un terreno non di nostra proprietà che era stato acquistato da un ingegnere di Torino. Un campo lungo un centinaio di metri, ma l’installazione avverrà proprio sul lato confinante con casa nostra. Nulla contro l’antenna o i ripetitori ma perchè metterla così vicino alle abitazioni? Posto in cui piazzarla ce ne sarebbe senza problemi».
Bessone si è subito informato presso le autorità competenti per capire cosa stesse succedendo: «Immediatamente, mi sono attivato con amministrazione comunale, Arpa e Legambiente per capire quali erano i margini di intervento per modificare il progetto ma, soprattutto, mi premeva informare i residenti nel paese che, come me, erano ignari dell’iniziativa». Per questo Bessone ha realizzato un volantino illustrativo che ha poi distribuito casa per casa dove si spiega il perchè l’installazione non va realizzata dove è stata pensata e la disponibilità a trovare un posizionamento alternativo in un’area con un minore impatto sulla popolazione.
«Proprio in questi ultimi giorni abbiamo parlato con il Comune che ha cercato di trovare una soluzione. La proprietà era d’accordo a una modifica del progetto mentre invece la ditta che esegue i lavori per conto del consorzio telefonico assolutamente no. Purtroppo la situazione è molto difficile. Abbiamo dato incarico all’avvocato Paolo Bagnadentro di seguire la pratica per nostro conto. Speriamo di trovare una via d’uscita», spiega Bessone.
Per intanto è stato creato un comitato per la raccolta di firme a supporto delle azioni avviate contro l’installazione dell’antenna «per giungere a una soluzione del problema a tutela dei diritti di salute, sicurezza e benessere della popolazione. Chiediamo di diffondere l’iniziativa e queste informazioni alle vostre reti di amici e relazioni per un più ampio coinvolgimento della cittadinanza» si legge nel documento.