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Regione, Ferrero all'Agricoltura«Subito il Piano di sviluppo rurale»
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Regione, Ferrero all'Agricoltura
«Subito il Piano di sviluppo rurale»

Dopo l'ufficializzazione, pochi giorni fa, a Torino, dei volti e delle deleghe della Giunta Chiamparino, è atteso per l'inizio della prossima settimana l'insediamento dei neo assessori,

Dopo l'ufficializzazione, pochi giorni fa, a Torino, dei volti e delle deleghe della Giunta Chiamparino, è atteso per l'inizio della prossima settimana l'insediamento dei neo assessori, tra cui è stata confermata la nomina all'Agricoltura di Giorgio Ferrero, segretario provinciale del Pd e consigliere nel Cda di Asp.
Quali, ora, i suoi impegni formali?
La cosa da fare immediatamente e per me più complessa è capire come funziona la macchina regionale: può sembrare scontato, ma è il meccanismo che consente poi di lavorare bene. Dal punto di vista politico, invece, bisogna dare una direzione e degli obiettivi, affinché le decisioni vadano in quel determinato senso.

Considerata la vocazione prevalentemente agricola del territorio, quale la sfida più grande nel settore?
Il Piano di sviluppo rurale, che dovrebbe essere inviato, per l'approvazione, a Bruxelles, entro il 22 luglio, salvo proroghe. Si tratta di una programmazione, per i prossimi 7 anni, che riguarda tutto il Piemonte e che l'Unione europea finanzia con un miliardo e 90 milioni di euro. Tale programmazione include l'ammodernamento e lo sviluppo dei territori agricoli e di quelli più deboli, come i montani e i collinari. Entro il 22 luglio sono però possibili degli aggiustamenti, dato che, per sentito dire, il Piano non rende felici le parti in gioco: diverse espressioni del mondo agricolo lamentano la carenza di modernità, rispetto alle attese.

Quali, nello specifico, le priorità locali?
Parto dal principio che ci devono essere le imprese sulle colline e in pianura, per creare posti di lavoro, economia, presidi locali, paesaggio, bellezza e servizi, anche e soprattutto nei centri più piccoli. Il modello che vorrei proporre è una sinergia di tanti elementi ed è tutto ciò che attiene la sfida di Chiamparino, per rendere il Piemonte ancora più appetibile della Borgogna. Cosa che non significa parlare solo di vino. A questo proposito, bisogna salvaguardare e fare crescere il sistema vitivinicolo. In quest'ottica, intendo fare la proposta a Brignolo affinché Asti sia percepita come capitale del vino. Inoltre, bisogna osare di più nella sperimentazione e trovare vie innovative per risolvere il problema della flavescenza dorata. Un altro problema è quello della fauna selvatica, da tenere assolutamente sotto una certa densità. Più in generale, deve crescere l'export. Proprio in questi giorni, la Regione farà un bando per l'esportazione di certi prodotti, specie il vino, in paesi terzi.

Ora dovrà lasciare gli altri suoi incarichi?
Lunedì finirà il mio mandato da consigliere Asp, che avrei comunque lasciato. Circa il mio segretariato provinciale del Pd non c'è incompatibilità. Parlerò con la segreteria e decideremo insieme. Sono disponibile a ogni soluzione.

Manuela Zoccola

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