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Reimpianto vigneti, un convegno a Cuneo
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Reimpianto vigneti, un convegno a Cuneo

Il 1° gennaio 2016 il sistema dei diritti di impianto vigneti sarà sostituito, a livello europeo, da quello delle autorizzazioni che, a differenza dei diritti, non sono trasferibili, né

Il 1° gennaio 2016 il sistema dei diritti di impianto vigneti sarà sostituito, a livello europeo, da quello delle autorizzazioni che, a differenza dei diritti, non sono trasferibili, né acquistabili, sono in numero limitato e durano tre anni anziché otto. La nuova regolamentazione prevede inoltre che ogni Stato europeo renda disponibili ogni anno nuove autorizzazioni equivalenti al massimo all'1% della propria superficie produttiva: per l'Italia la percentuale corrisponde a circa 6.500 ettari su tutto il territorio nazionale.

«Con l'attuale normativa è possibile impiantare un nuovo vigneto solo a fronte di un estirpo, dal 1° gennaio non sarà più così -? spiega Ercole Zuccaro direttore Confagricoltura Torino -? Oggi chi estirpa un vigneto ha otto anni di tempo per reimpiantarlo o vendere (ove previsto) il diritto a terzi. Questo sistema ha portato, negli ultimi vent'anni, a una diminuzione della superficie vitata alla quale l'Unione Europea cerca ora di far fronte aprendo a nuovi impianti». In Piemonte la superficie vitata è di 44.754 ettari, l'88% dei quali destinati a produzione doc e docg (percentuale che scende al 50% a livello nazionale). L'Astigiano con 15.200 ettari vitati è seconda al cuneese (15.700 ettari) per superficie, ma prima nella produzione 884.000 ettolitri di vino prodotti nel 2013 a fronte degli 800 mila ettolitri prodotti nel cuneese.

I dettagli e le conseguenze della nuova regolamentazione saranno argomento del convegno dal titolo "Diritti di impianto, gli effetti della nuova normativa sulle denominazioni di Langa e Roero" organizzato da Confagricoltura Cuneo giovedì prossimo, alle 10, all'Enoteca Regionale di Grinzane Cavour e rientra nell'ambito del progetto di informazione per il settore agricolo realizzato in collaborazione con il Consorzio Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani, il Consorzio Tutela del Roero e il Consorzio Tutela dell'Asti.

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