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Attualità

«Richiedere la nullità non è un capriccio
ma un’esigenza profonda e radicata»

Parla l’astigiana Lucia Musso, presidente del Collegio degli avvocati del Foro ecclesiastico piemontese: «Le cause non sono molte anche perché i capi di nullità sono molto stringenti»

«Fu don Luigi Bosticco, giudice al Tribunale ecclesiastico di Torino e indimenticato parroco di Nostra Signora di Lourdes, che mi consigliò di intraprendere la carriera di avvocato presso il Tribunale ecclesiastico regionale poiché alla fine degli anni ’80 nel settore si registrava una carenza di legali».
A parlare è l’astigiana Lucia Musso, presidente del Collegio degli avvocati del Foro ecclesiastico piemontese e patrocinante alla Rota romana.

«Le persone che si rivolgono a me – prosegue l’avvocato Musso – chiedono di essere assistite in merito alla pratica di dichiarazione di nullità del vincolo sacramentale. Nel 2012 sono state 7 le cause introdotte al Tribunale Ecclesiastico Regionale Piemontese provenienti dalla diocesi di Asti e 2 le cause concluse. Dati numericamente non così rilevanti poiché richiedere la nullità del matrimonio religioso non è un capriccio ma un’esigenza profonda e radicata sulla quale si investono aspettative religiose e psicologiche molto forti e i capi di nullità sono molto stringenti.
Infatti i principali motivi per i quali si può ottenere una sentenza affermativa (che dunque consti la nullità del vincolo sacramentale) sono l’incapacità consensuale per grave difetto di discrezione circa i diritti e i doveri matrimoniali essenziali, la simulazione per esclusione dell’indissolubilità del vincolo, l’incapacità di assumere gli obblighi essenziali del matrimonio e la simulazione per esclusione del bonum prolis.
Il primo grado di giudizio è su base regionale, si svolge a Torino e per ottenere una sentenza ci vogliono mediamente dodici mesi. Se la parte soccombente propone appello questo si tiene a Milano dove per ottenere sentenza occorrono in media sei mesi. Nel caso di sentenze difformi in primo e secondo grado dobbiamo ricorrere alla Rota Romana, tribunale di terza istanza per tutto il mondo che pronuncia i suoi atti ufficiali in latino mentre nei tribunali di grado inferiore si utilizzano le lingue madri delle parti».

Il Codice di diritto canonico del 1983 è il testo cui si fa riferimento per le dichiarazioni di nullità. In particolare nella prassi giurisprudenziale si considera il canone 1095, cioè l’articolo relativo all’immaturità psicologica di uno dei coniugi e per verificarne la sussistenza è necessaria la consulenza di uno specialista. Ci spiega l’avvocato Musso: «Un rapporto di convivenza matrimoniale mette ovviamente in discussione i soggetti coinvolti obbligandoli a mettersi quotidianamente in gioco e molto spesso nella pratica ciò mette in crisi alcune persone. Si inizia presso il tribunale ecclesiastico regionale un procedimento volto ad ottenere la nullità del vincolo sacramentale quando si riscontrano problemi insormontabili e, spesso di comune accordo, si prende atto della propria esperienza fallimentare ma nel contempo si vuole restare pienamente nella comunità cattolica e non escludersi la possibilità di contrarre cristianamente un altro matrimonio».

Bartolo Gabbio

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