Una serata per ricordare le emozioni vissute in quel fine settimana del 27 e 28 luglio in due emisferi differenti, ma con un filo rosso che li legava: il desiderio di ascoltare le parole di Papa
Una serata per ricordare le emozioni vissute in quel fine settimana del 27 e 28 luglio in due emisferi differenti, ma con un filo rosso che li legava: il desiderio di ascoltare le parole di Papa Francesco. Parliamo dellincontro di sabato scorso al castello di Costigliole, aperto a tutti ma rivolto in particolare ai ragazzi astigiani che hanno partecipato alla Giornata mondiale della gioventù con il Pontefice in due versioni differenti: i circa 20 giovani che sono volati in Brasile e le centinaia di coetanei che, impossibilitati a raggiungere il Sud America per vari motivi, hanno partecipato allevento promosso da Pastorale giovanile della Diocesi, Comune e parrocchia di Costigliole con laiuto di varie associazioni locali e alcuni sponsor: Fondazione CrAsti, aziende Ferrero di Alba, Somet e Cascina Castlet di Costigliole.
Una due giorni ospitata nel parco del castello in cui i ragazzi hanno potuto anche assistere, tramite maxischermo, alla veglia e alla messa celebrata dal Santo Padre nella spiaggia di Copacabana, a Rio de Janeiro.
«E stato un bellincontro dedicato ai ricordi commenta don Carlo Rampone, responsabile della Pastorale giovanile della Diocesi in cui abbiamo rivissuto i momenti salienti delle due esperienze, riflettendo col vescovo Ravinale su quanto appreso, abbiamo annunciato i principali eventi che caratterizzano lanno pastorale 2013/2014, e presentato ai ragazzi don Roberto Zappino, neo parroco di Motta di Costigliole e SantAnna, da poco rientrato dal Brasile dove per dieci anni è stato missionario nella diocesi di Juina».
Lincontro è stato quindi loccasione per ricordare lesperienza delle due settimane in Brasile e riflettere sul mandato lasciato dal Papa ai giovani. Dalla diocesi di Asti sono partiti per il Sud America in 23, tra ragazzi e religiosi. I ragazzi erano di età compresa tra i 17 e i 35 anni circa, provenienti per la maggior parte della parrocchie di Serravalle, San Pietro e San Domenico Savio. Come religiosi, oltre a don Rampone, erano presenti il vescovo Francesco Ravinale, don Rodrigo don Santos Limeira, don Mauro Canta, don Andrea Martinetto e suo Gemma Bodei (oltre a don Simone Viancino della diocesi di Casale). Il gruppo è rimasto in Brasile per due settimane: nel primo periodo a Sao Luis, dove ha vissuto il gemellaggio con la diocesi del luogo, il secondo a Rio de Janeiro, dove ha vissuto la vera e propria Gmg.
«In entrambi i casi i ragazzi sono stati ospitati in famiglia spiega don Rampone e hanno avuto modo di conoscere la cultura e le tradizioni locali, oltre ad entrare in contatto con le realtà più povere del Paese, andando nella favelas, in linea con uno degli spunti e dei temi della giornata stessa, tanto che anche il Papa ha visitato di persona una favela a Rio. Dal punto di vista strettamente religioso, poi, abbiamo avuto modo di conoscere una Chiesa cattolica locale giovane, motivata, propositiva e allegra in un Paese che, comunque, vede anche molto presente la Chiesa protestante, oltre a numerose sette al confine tra religione ed esoterismo».
Diversi, quindi, gli spunti, gli insegnamenti, i motivi di riflessione che i ragazzi si sono portati nello zaino dal Brasile. «Le parole chiave della Gmg analizza don Rampone sono sostanzialmente tre: gioia, in quanto il Papa ha dato mandato ai giovani di testimoniare la gioia e non lasciarsi rubare la speranza; periferia, ovvero il mandato a che la Chiesa vada fuori dal suo perimetro per raggiungere le persone distanti e povere (dal punto di vista materiale e spirituale); perdono, in quanto il Pontefice ha stimolato i ragazzi a vedere Dio non come giudicante ma sempre come misericordioso, raccomandando loro di non stancarsi di lasciarsi perdonare da Lui. Al loro fianco, è emerso un invito forte del Pontefice ad attivarsi, a darsi da fare, a prendere in mano la propria vita; e a fare un grosso esame di coscienza del superfluo, facendo una revisione della propria vita allinsegna della essenzialità».
Tutti stimoli che verranno tradotti in concreto dalla Pastorale giovanile già dallavvio delle attività dellanno, nelle prossime settimane, in obbedienza anche alla Lettera Pastorale scritta dal vescovo Francesco Ravinale intitolata, appunto, Non lasciatevi rubare la speranza.
«Unendo gli spunti della Gmg con quelli del vescovo continua don Rampone abbiamo in mente diverse attività anche innovative per la nostra Diocesi. Innanzitutto, in occasione degli eventi del Settembre astigiano, in collaborazione con la Fraternità Giovanni Paolo II, gruppo cattolico che comprende anche alcuni laici astigiani, organizzeremo dei momenti di evangelizzazione di strada cercando i giovani nei luoghi del loro divertimento. Ad esempio, il sabato sera, vigilia degli eventi del Settembre astigiano, ci piacerebbe proporre un momento di animazione e musica in piazza San Secondo al termine del quale i ragazzi, a due a due, inviteranno i coetanei ad entrare nella Collegiata, che per loccasione rimarrà aperta, per un momento di preghiera, di adorazione eucaristica o di confessione. Il movimento è nato in Francia e da alcuni anni propone questi momenti nelle discoteche, in spiaggia, o in occasione di feste che vedono una folta partecipazione di giovani, ma anche in Italia ha cominciato a diffondersi grazie allimpegno di alcuni religiosi, come Padre Baldo Alagna, numerosi laici e alcuni gruppi correlati, come le Sentinelle del mattino che operano a Torino».
Elisa Ferrando