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Ricordando quegli ebrei internati a Villanova

L’incontro in biblioteca, patrocinato dall’assessorato alla cultura, è stato curato dall’Israt

In occasione della Giornata della Memoria Villanova ha scelto di ricordare gli ebrei che furono confinati in paese dopo la proclamazione delle leggi razziali del 1938. L’incontro in biblioteca, patrocinato dall’assessorato alla cultura, è stato curato dall’Israt, l’Istituto per la storia della Resistenza di Asti e dalla Casa della Memoria della Resistenza e della Deportazione di Vinchio.

«Gli ebrei internati nell’Astigiano furono circa 500 e provenivano prevalentemente dalla Croazia – ha ricordato Nicoletta Fasano, direttrice dell’Israt – alcune famiglie ebbero l’obbligo di dimora a Villanova». La storia di questi ebrei è stata ricostruita da Delia Cortese, ricercatrice alla Middlesex University e approfondita dall’Israt che è riuscita a trovare le tracce di alcuni di loro dopo la fine della guerra. Grossman, Schwarz, Bozidar, Translateur, Hirschl, Furcht, Schuschny, Drucker, Jellinek, Obernbreit, Oberzanek: questi i cognomi di chi è vissuto per un periodo a Villanova in quello che veniva definito “internamento libero”.

Gli ebrei non erano chiusi in un campo di concentramento, ma erano sottoposti alle leggi razziali, quindi non potevano lavorare, studiare e partecipare alla vita sociale. Alcuni di loro furono poi deportati e morirono nei campi di sterminio, ma alcuni sopravvissero e vissero in Sud America e in Israele.

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