Dopo tante proteste ed attacchi, arriva una voce dall'interno del campo rom di via Guerra che vuole replicare. «Ci stanno mettendo tutti contro -dice Elvis Beganovic- ma non abbiamo tutte le
Dopo tante proteste ed attacchi, arriva una voce dall'interno del campo rom di via Guerra che vuole replicare. «Ci stanno mettendo tutti contro -dice Elvis Beganovic- ma non abbiamo tutte le colpe». A partire dai roghi di plastica per recuperare il rame all'interno delle guaine. «E' vero che ci sono i roghi -dice Beganovic- però non possono incolpare tutti gli abitanti del campo. Come fanno nelle case e negli altri posti, vengano a controllare e multare chi dà fuoco, non se la prendano con tutti. Ho dei figli piccoli, pensate che mi piaccia che respirino quell'aria inquinata?».
Più articolata la risposta sul capitolo rifiuti e sulla montagna di scarti che sovrasta l'ingresso del campo. «Non posso negare che ci sia qualcuno di noi che scarica, ma è anche vero che sono ancor di più quelli che hanno ditte, che arrivano da tutte le parti e vengono a buttare lì, visto che c'è già il mucchio grande. Per poi dare la colpa a noi. Quando arrivano danno 5 o 10 euro ai nostri ragazzini perchè facciano finta di non vedere e non prendano i numeri di targa. Prima li scaricavano più in là, poi hanno messo le telecamere e allora vengono a buttare davanti al nostro campo».
Sulle accuse dei mancati nuovi insediamenti industriali a causa della vicinanza del campo, Elvis Beganovic è infuriato: «La smettano di dare a noi la colpa della crisi. Non è vero che le fabbriche non vengono per colpa nostra. Non vengono perchè c'è crisi ed è tutto fermo. Non siamo delle bestie e siamo i primi a chiedere controllo all'interno del campo perchè non piace neppure a noi vivere in un posto malsano e pericoloso con rischio continuo di epidemie e malattie. Ma i controlli li devono fare le istituzioni e le forze dell'ordine».
Daniela Peira