Ad Asti nasce un nuovo Comitato a difesa della Costituzione e contro la riforma voluta dal governo Renzi
In via Carducci 33 si è costituito un nuovo comitato per sostenere le ragioni del No al referendum sulla Riforma Costituzionale del 4 dicembre. Ne fanno parte, tra gli altri, Enrico Cavallero, Catia Giannuzzo, Roberto Venturini, Antonella Carraroli, Paolo Bassi, Giancarlo Vanzino e Alessandro Caruso. Sabato si è svolta la prima uscita pubblica del sodalizio nella quale sono stati illustrati i motivi del voto contrario.
«E’ un comitato politico, ma apartitico, che si delinea nell’area di centrodestra – spiega Cavallero – Teniamo a precisare che la nostra non è una posizione contraria a priori solo perché è la riforma di Renzi; per noi è sbagliata per diversi motivi a cominciare dal fatto che andrà a stravolgere l’articolo 70 della Costituzione, oggi composto da 9 parole, domani un pasticcio assoluto di cui sfido a capire qualcosa». Cavallero si riferisce al potere legislativo che passa dalla forma bicamerale a quella prevalentemente monocamerale con alcune eccezioni. «Si andrà a dare l’immunità a consiglieri regionali e sindaci dove, secondo le classiche, si annida la peggior classe politica del Paese e, a differenza di quanto si cerca di far crede, i nuovi senatori non andranno gratis a Roma, quindi il risparmio quantificato, su un costo totale di 500 milioni di euro, sarà meno di 25 milioni».
Roberto Venturini, anch’egli contrario alla riforma, ha rimandato al mittente le accuse mosse al fronte del Sì di voler far perdere l’unica occasione utile per riformare il Paese. «Chi l’ha detto che da qui a vent’anni non si faranno altre riforme? Noi vogliamo che si facciamo, ma bene, sensate, e non certo a colpi di una maggioranza che è minoranza di un Governo non eletto. Se si fossero seduti attorno ad un tavolo per un confronto sul bene comune forse la riforma non sarebbe stata così incomprensibile. Noi, ad esempio, vogliamo eleggere il presidente della Repubblica e inserire in Costituzione che le tasse non possono gravare più del 35%». Per Antonella Carraroli «la riforma servirà solo a produrre più leggi e in maniera più veloce, anche se oggi abbiamo tra 150.000 a 200.000 leggi perché nessuno conosce il numero esatto».
«E’ una riforma pasticciata che creerà solo più conflitti tra Stato e Regioni sul fronte delle competenze – ha rincarato la dose Giancarlo Vanzino – Senza contare che si vogliono inserire i costi standard nella Carta Costituzione, un’altra assurdità». Per Marcello Coppo la riforma, nel caso vincessero i Sì, «andrà a creare un Senato di non eletti che limiterà ancora di più la volontà popolare».
Riccardo Santagati