Ha suscitato un acceso dibattito, in città, la riapertura delle scuole dopo le vacanze natalizie avvenuta ieri (lunedì).
Sì, perché dopo l’approvazione del decreto da parte del Consiglio dei ministri, che prevedeva la ripresa delle lezioni con nuove regole in caso di presenza di studenti positivi al Covid, il sindaco Maurizio Rasero, venerdì scorso, ha annunciato di aver avviato un confronto per verificare se era nelle sue facoltà continuare a tenere le scuole chiuse a causa dell’aumento dei contagi.
La risposta è arrivata il giorno successivo, sabato, quando il primo cittadino ha annunciato con un post sulla sua pagina Facebook, e poi tramite una diretta, il motivo per cui non aveva preso provvedimenti in tal senso.
La posizione del sindaco
«Ho pensato di avviare un confronto – ha affermato durante la diretta – perché, parlando con diverse persone interne al mondo della scuola, ho letto un certo scetticismo nei confronti del provvedimento del Governo. Inoltre, essendo in costante confronto con l’Asl, sono preoccupato per l’aumento dei contagi: ieri (venerdì scorso per chi legge, ndr) erano 1.964 in città, con 56 ricoveri (di cui 4 in rianimazione), mentre in provincia si andava nella direzione dei 5mila positivi. Ho quindi avviato un confronto con Regione Piemonte (che non aveva in programma provvedimenti contrari alle disposizioni governative), Asl, dirigente scolastici, insegnanti, famiglie, sindaci e, soprattutto, Prefettura. E’ emerso che la preoccupazione di un avvio della scuola in queste condizioni c’è, ma che, in base alla legge, un mio provvedimento per tenere chiuse le scuole, in qualità di autorità sanitaria locale, poteva essere fatto solo se adeguatamente motivato da specifici e circostanziati elementi di carattere epidemiologico. Elementi che non posseggo, tanto che un mio provvedimento in tale senso sarebbe stato impugnato, come già successo quando avevo deciso di tenere chiusi i centri commerciali a Pasqua e Pasquetta. Certo è che sarebbe stato meglio che il CTS, a livello nazionale, avesse preso posizione sul tema».
Le critiche dei consiglieri di minoranza
L’atteggiamento del sindaco non è piaciuto ai consiglieri comunali di minoranza Luciano Sutera, Maria Ferlisi, Angela Quaglia, Mario Malandrone, Giorgio Spata, Mauro Bosia, Giuseppe Dolce, Massimo Cerruti, Martina Veneto, Michele Anselmo e Davide Giargia. «Ancora una volta – affermano – l’uomo solo al comando decide, comunica l’ipotesi di chiusura delle scuole, poi ci ripensa, più che per l’esito dei pareri tecnici per i tanti commenti negativi sui social. Ma prima di redigere un “non comunicato” non ha pensato al subbuglio che avrebbe creato nelle famiglie, creando inutile allarmismo? Oppure ha agito pensando che la posticipazione dell’apertura delle scuole gli avrebbe consentito di mettere una toppa alla questione “Lina Borgo” (il riferimento è alla polemica relativa ai lavori in corso alla scuola dell’infanzia, ndr)?».
Pronta la replica di Rasero. «Il confronto attuato – ha risposto ieri (lunedì) – dimostra che non sono l’uomo solo al comando. Per quanto riguarda l’altra critica, non perdo tempo: credo che i cittadini siano in grado di rispondersi da soli».
Le nuove regole della quarantena
Ieri, quindi, sono cominciate le lezioni con le nuove regole. Per quanto riguarda asili nido e scuole dell’infanzia, in presenza di un caso positivo nella sezione o nel gruppo classe l’attività viene interrotta per dieci giorni. Per quanto riguarda gli alunni delle scuole primarie, nel caso di un positivo in classe si applica la sorveglianza con un test antigenico rapido o molecolare da svolgere subito e da ripetere dopo 5 giorni. In presenza di due casi o più la classe va in didattica a distanza per dieci giorni. Per gli studenti di medie e superiori si alleggerisce il protocollo. La quarantena e la dad sono previste al secondo caso di positività per i compagni non vaccinati o i vaccinati e i guariti da più di 120 giorni, mentre per gli altri (compreso chi ha fatto la terza dose) la dad per dieci giorni scatta soltanto al terzo caso di positività in classe. Con un caso la classe è in autosorveglianza semplicemente con obbligo di mascherina Ffp2.
Il parere dei dirigenti
Ma come sono cominciate le lezioni nelle scuole astigiane? «Essendo il primo giorno – commenta Patrizia Ferrero, dirigente dell’istituto Giobert – la situazione è tranquilla, con due soli docenti in quarantena su 107. Il mio timore, però, è che dai prossimi giorni le lezioni saranno caratterizzate da una forte irregolarità per l’aumento dei positivi (già verificatosi negli ultimi giorni prima delle vacanze natalizie), soprattutto perché i ragazzi vengono a scuola con i mezzi pubblici. In una situazione simile, la decisione del Governo di prevedere una didattica mista (in presenza e on line) in caso di due positivi in classe è molto complicata, perché si tratta di due modalità didattiche differenti. Certo, è una scelta assunta per premiare i ragazzi vaccinati, ma non è possibile per un insegnante gestire una lezione in questo modo».
Secondo Maria Stella Perrone, dirigente dell’istituto Alfieri (liceo classico Vittorio Alfieri, liceo artistico Benedetto Alfieri e istituto Sella), «la decisione di chiudere le scuole o sospendere le lezioni sarebbe stata deleteria. Teniamo conto – afferma – che i contagi sono aumentati nel periodo di chiusura delle scuole. Anche perché, in assenza di lezioni, gli studenti delle superiori si incontrano tra loro, non stanno a casa come in occasione di un lockdown generale. Diversa sarebbe stata la decisione di prevedere due/tre settimane di didattica a distanza, che avrei anche visto bene in questo periodo. Comunque vediamo come andrà la situazione. Personalmente ho mandato una circolare per organizzare la procedura da seguire nel caso di due positivi in classe, che prevede la didattica mista. Tenendo conto che, comunque, già attualmente gli studenti in quarantena (all’Alfieri ne conto 45 a casa per problematiche riconducibili al Covid su un totale di 1.180) possono chiedere l’attivazione della didattica a distanza per non perdere le lezioni».