Più risalto alla tomba di Cesare Pavese, al cimitero santostefanese, grazie agli interventi fortemente voluti dall’amministrazione guidata dal sindaco Laura Capra nell’ambito del piano “Un paese ci vuole”. L’intento era quello di rendere più decoroso l’accesso, tramite pulizia e rifacimento della pavimentazione rinnovata, per permettere a chiunque di portare omaggio al grande scrittore.
La prima cittadina ringrazia la scelta della famiglia, dal 7 settembre 2002, di portare a S. Stefano Belbo i resti mortali di Pavese: «Un cerchio che si chiude, poiché Cesare nacque e trascorse qui l’infanzia, fino alla morte del padre, per poi trasferirsi a Torino e ritornare da adulto, venendo di tanto in tanto a trovare il suo amico Nuto, Pinolo Scaglione».
Concorde Pierluigi Vaccaneo, direttore della Fondazione Cesare Pavese: «La campagna, a differenza della città, è un luogo che ti dà identità e senso di appartenenza, ti dà risposte alle domande esistenziali che tutti noi ci poniamo. Ed era questo che cercava Pavese nelle sue colline e il motivo per cui la natura è così profondamente presente e importante nelle sue opere».
Apprezzamento anche da Lauretta Cossa, erede della famiglia: «Siamo contenti di questo intervento di riqualificazione, molto bello e ben riuscito, con l’immagine di questa collina verde che rappresenta sicuramente al meglio questi luoghi che lui amava».