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Attualità

«Rivendichiamo l’autodeterminazione delle donne e i loro diritti acquisiti»

Ad Asti apre il nodo dell’associazione “Non una di meno” che intende portare avanti le battaglie femministe contro ogni discriminazione e violenza sulle donne

Ad Asti apre il nodo dell’associazione “Non una di meno”

“L’utero è mio e lo gestisco io”. Sono passati 51 anni dalla rivoluzione culturale del Sessantotto, dalle rivendicazioni portate avanti dai movimenti femministi che, proprio tra gli anni ‘60 e ‘70, hanno cambiato le regole tra i sessi invocando l’autodeterminazione delle donne e uguali diritti degli uomini. La legge sul divorzio, poi quella sull’interruzione di gravidanza, sono due simboli di queste battaglie, ma oggi il movimento femminista torna a farsi sentire, pur con dinamiche molto diverse, e lo fa attraverso la rete e le associazioni volte a difendere i diritti delle donne contro ogni violenza, discriminazione e prevaricazione. Tra queste c’è “Non una di meno” che ha recentemente inaugurato il nodo di Asti. Il primo gruppo di attiviste locali ha incontrato i giornalisti al “Posto Buono San Marco”, sede temporanea dell’associazione, per spiegare i motivi che hanno spinto diverse astigiane a creare una voce in più che faccia sentire le rivendicazioni delle donne contro chi vorrebbe zittirle, o penalizzarle attraverso, per esempio, leggi che vanno a modificare il diritto di famiglia.

Chiesto al Consiglio di contestare il D.D.L. Pillon

«A cominciare dal D.D.L. Pillon, – spiega Pinuccia Cantarella di “Non una di meno – Asti” – su cui è iniziata la discussione in Parlamento. Una proposta di legge che attacca i diritti acquisiti delle donne e dei minori di genitori separati; che prevede una “bigenitorialità perfetta”, però senza tenere in considerazione molti fattori e che trasforma i bambini in pacchi postali. Non solo. Il D.D.L. prevede di togliere l’assegno di mantenimento al genitore più debole che, di solito, è proprio la donna». Per questo motivo il prossimo 29 aprile “Non una di meno – Asti” scenderà in piazza, davanti al Municipio, in occasione del Consiglio comunale, per chiedere all’assemblea di votare una mozione con cui prendere le distanze dal D.D.L. Pillon e pretenderne l’azzeramento.

Mai rinunciare a una parte di sé

Ma il sodalizio, che ha già aperto una pagina Facebook e una su Instagram, «non vuole porsi in contrapposizione di qualcuno – precisano le referenti – perché si tratta di un movimento spontaneo, apartitico, che si rifà a una rete nazionale di cui condividiamo gli obiettivi». Tra questi c’è la rivendicazione dei diritti delle donne nella vita, sul lavoro, in politica, mantenendo la loro identità a cui, spesso, devono rinunciare per essere più simili all’uomo e quindi “più competitive”. Un discorso, quello dell’autodeterminazione, che si estende alla sfera sessuale e di genere (il sodalizio è stato a Verona per manifestare contro il Congresso Mondiale delle Famiglie) e non a caso il gruppo si definisce “transfemminista” contro ogni discriminazione e prevaricazione. Per questo “Non una di meno – Asti” punta a creare un dialogo costruttivo con le scuole e le studentesse offrendo loro un luogo dove poter discutere di tematiche condivise, facendo rete con le altre realtà locali che mettono al centro della loro azione la donna così da portare avanti «una rivoluzione non violenta», ma non meno incisiva di quella nata negli anni ‘60.

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