Non capita spesso di assistere ad Consiglio comunale ad alto tasso di commozione come è successo nell’ultima riunione a Roatto. Il punto di discussione, e di votazione del Consiglio, era l’attribuzione della cittadinanza onoraria a due personalità importanti e riconosciute: Renzo Arato, attore e regista, e Paolo Aubert Gambini, medico di famiglia per generazioni di abitanti della Valtriversa.
Il primo a commuoversi è stato il sindaco Bruno Colombo, chiamato a leggere le delibere della giunta in cui si descrivevano le motivazioni che hanno mosso al conferimento delle onorificenze. Attestato assegnato a Renzo Arato, nato a San Damiano ma da sempre residente a Roatto, “personalità eminente del panorama internazionale, per aver promosso l’immagine e i valori positivi del territorio roattese esprimendo nella sua arte il forte legame con le proprie radici. Per il suo operato che costituisce esempio di grande talento e passione”.
Paolo Aubert Gambini di Villafranca, riconosciuto come parte integrante della comunità roattese, ha ricevuto la cittadinanza onoraria “per la sua instancabile attività di promotore di eventi culturali e dei valori della conoscenza, della storia e dell’identità locale. Per l’esempio di alta serietà, professionalità ed efficienza nelle sue quotidiane mansioni di medico e divulgatore nella ricerca, prevenzione e cura in campo oncologico”.
E’ stato Renzo Arato con la sua ironia a stemperare l’emozione ricordando soprattutto l’attaccamento ai luoghi. «Al mattino guardo questi boschi, guardo il Monviso e mi sento bene, mi sento felice – ha detto Arato – il successo, i soldi che comunque servono, sono cose secondarie rispetto a staccarsi da tutto questo, quando qualcuno lassù deciderà che ora di andarsene».
Più difficile per Paolo Aubert nascondere le emozioni: «Ho frequentato Roatto fin da bambino seguendo il nonno Felice, cacciatore – io non sono mai stato cacciatore ma ero affascinato dai racconti dei suoi amici. Ho avuto il privilegio di fare il mestiere più bello del mondo in un territorio in cui basta affacciarsi e si vede la bellezza». Il medico ha chiesto a Renzo Arato di leggere i versi dell’Infinito di Leopardi, in omaggio ai luoghi evocata nella memoria di Paolo Aubert proprio guardano oltre una siepe a Roatto durante una delle sue visite professionali.