«Più grande è la lotta, più glorioso il trionfo».
E’ solo uno dei numerosi insegnamenti e consigli forniti, mercoledì, ad oltre 230 studenti delle scuole superiori riuniti nell’aula magna del Polo universitario. A dispensarli Robert Jhonson, life trainer americano e consulente di multinazionali e noti personaggi politici statunitensi.
Laureato in Biologia all’Università del Quebec, ha seguito un master di Marketing e Comunicazione all’Harvard Business School e due master in Psicologia del cambiamento. Incontra migliaia di persone ogni anno attraverso numerosi eventi in giro per il mondo.
Ad Asti ha tenuto due conferenze nella medesima giornata. La prima, al mattino, diretta ai ragazzi e intitolata “Campioni di vita”; la seconda, al pomeriggio, aperta alla cittadinanza e rivolta in particolare a professionisti e imprenditori, intitolata “Stress e paura: killer della produttività”. Ad invitarlo, il Rotary club di Asti, presieduto da Maurizio Mela, nell’ambito del ciclo di incontri “Finanza Amica”.
I consigli
Abile conferenziere, Jhonson ha tenuto alta l’attenzione degli studenti unendo consigli a esperimenti pratici e video.
«Per diventare campioni di vita – ha affermato – innanzitutto non bisogna smettere mai di affinare le proprie conoscenze, tratte non soltanto dai libri, ma anche dalla vita stessa e dalle attività manuali. Poi non bisogna perdere tempo a rimuginare sul passato: se una vicenda spiacevole è già accaduta, perché continuare a pensarci? Un vero campione di vita si occupa solo di qualcosa che può ancora correggere e modificare. E poi bisogna impegnarsi molto: non si diventa bravi in un’attività senza molto allenamento».
Sollecitato dai ragazzi, Jhonson ha anche ricordato che è riuscito a ottenere i suoi risultati accademici senza il supporto economico della famiglia. «Ho frequentato l’università tramite borse di studio – ha spiegato – e ho studiato le lingue straniere chiedendo ai consolati esteri negli Stati Uniti di ospitarmi ad imparare la loro lingua dai figli dei diplomatici. In questo modo ne ho imparate sette».
Ha poi sottolineato di essere un «eterno studente». «Continuo a studiare molto – ha confidato – perché la conoscenza è fondamentale per controllare la propria vita e perché mi entusiasma ciò che faccio. Quando si ama un’attività, non si guarda il tempo che scorre. Si va avanti ad oltranza e si sarebbe disposti perfino a lavorare gratis. Per questo è bene capire fin da giovani cosa entusiasma e proseguire in quella direzione. Come fare a comprenderlo? Semplicemente perché, come ho detto, quando si svolge quell’attività o si studia quella materia non si fa fatica».
Le strategie
Ha poi suggerito una strategia per accettare le materie scolastiche che proprio non piacciono.
«Visto che il sistema scolastico le prevede e non c’è modo di evitarle – ha affermato – il trucco è studiarle visualizzando non l’obiettivo a breve termine – il voto dell’interrogazione o della verifica – ma quello a lungo termine, ciò che si vuole diventare al termine del percorso di studi. Solo così, con quell’obiettivo in mente, non interessa più l’odissea da compiere per raggiungerlo».
Quindi un richiamo all’importanza dell’errore. «Non esistono successi senza fallimenti – ha evidenziato – per cui non bisogna preoccuparsi di sbagliare. Basti pensare che in alcuni istituti scientifici si effettuano le scoperte sulla base del principio “sbaglia e rifai”».
Infine due inviti all’insegna dell’ottimismo e della concretezza, a partire dal linguaggio utilizzato. «Vi consiglio di dire più sì che no, più pro che contro: ad esempio “Sono per la pace” invece che “Sono contro la guerra”. Il pro rafforza, il contro indebolisce. E poi ricordate che, se volete una cosa, dovete alzarvi e andare a prendervela: nella vita nessuno vi regalerà mai nulla per nulla».
Photogallery a cura di Agostino Santangelo