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Attualità

Rocca d’Arazzo punta a diventare il paese del “buon vivere”

L’Arpa certifica un’aria buonissima, nuove costruzioni solo se strettamente necessarie, paniere delle golosità, lavori pubblici in centro paese: tutto per attirare nuovi residenti

In un periodo in cui l’aria che respiriamo determina la nostra salute più che in passato, Rocca d’Arazzo può vantare un “certificato” di aria buona firmato dall’Arpa che, insieme a quell’86% di territorio comunale interamente coperto da boschi, ne fa un luogo sicuramente salubre.
E’ uno dei punti di forza dell’amministrazione guidata da Marco Maggiora per attrarre nuovi residenti e dare avvio ad una rivitalizzazione del paese che, pur essendo in aperta campagna e godendo di panorami e ambienti rurali, è a pochi chilometri da Asti e dalle maggiori arterie stradali di collegamento.
E il Comune, nel suo piccolo e nel piccolo del suo bilancio, ha già eseguito o ha messo in cantiere una serie di interventi e di decisioni che vanno in quella direzione.

Indagini di agosto con il georadar prima dei lavori alla pavimentazione

Grazie ad un finanziamento del Gal, ad esempio, entro la fine dell’estate dovrebbe essere terminata la nuova pavimentazione della piazza antistante il Municipio. Via l’attuale asfalto per ripristinare l’acciottolato intercalato da passaggi in pietra di luserna. Altro importante cambiamento riguarderà l’ufficio postale, attualmente ospitato al primo piano di palazzo comunale con una rampa di scale all’aperto per raggiungerlo: sarà spostato al piano terreno dell’ex asilo, a pochi metri dal Municipio.
Il 2021 sarà anche l’anno che vedrà terminata la sostituzione di tutta l’illuminazione pubblica tradizionale con i fari a led che consentono un notevole risparmio energetico.
Già attivo il servizio di messaggistica istituzionale già utilizzato soprattutto per gli aggiornamenti sanitari relativi al Covid e per comunicazioni di servizio.

Il sindaco Marco Maggiora

Si lavora alla sicurezza del paese con la partecipazione, al prossimo bando, per i finanziamenti destinati all’installazione di telecamere di nuova generazione; Rocca è stato escluso da quello di quest’anno, ma ritenterà il prossimo anno. Attualmente ne sono già attive 6 ma il progetto è quello di aggiungerne altre 18, considerando la confluenza di otto comuni intorno a Rocca.
Sul fronte ambientale, oltre ad una grande attenzione alla gestione delle cubature per nuove costruzioni (vedi altro articolo in pagina), anche la promozione di circuiti per camminare o andare in bici in mezzo alla natura.
Il cimitero occupa una parte importante nei lavori prossimi futuri dell’amministrazione: mentre è già stato realizzato il muro della memoria in cui vengono riportate le lapidi dei defunti antichi del paese, è stato dato incarico per il piano regolatore cimiteriale che provvederà ad una riorganizzazione più funzionale dell’area esistente ed è stata realizzata una planimetria di tutte le tombe con le relative famiglie sepolte appesa all’ingresso del cimitero per orientare meglio chi non lo conosce. Verranno recuperate le tombe monumentali e storiche e già quest’anno sono state messe a dimora rampicanti e altre piante “coprenti” per mitigare l’impatto visivo del grande muro di contenimento sulla strada che porta al camposanto comunale.

Chiesetta della Madonna Assunta

Non poteva mancare, nel piano di valorizzazione del paese, la parte enogastronomica. A tal proposito, oltre a far conoscere la caratteristica produzione spontanea di capperi sui muri più soleggiati, sarà creato un “paniere” di golosità prodotte in paese: dal vino ai torcetti, dal salame al miele passando per i bar, ristoranti e le altre strutture ricettive del territorio. In attesa della riapertura del locale ricavato al piano strada del palazzo comunale.
E’ partito l’iter per l’intitolazione di una piazzetta centrale del paese a Carla Campini, una bambina di 3 anni colpita a morte durante la Seconda Guerra Mondiale.
Tutto questo in un bilancio che, quest’anno, varcherà i muri della sala consigliare perché verrà redatto in formato divulgativo e comprensibile anche a chi non ha dimestichezza con l’economia della burocrazia e stampato in depliant.

Poche case nuove, meglio ristrutturare quelle antiche

Non si può parlare di piano regolare a crescita zero, ma ci si avvicina abbastanza. O meglio, si può parlare di un piano regolatore “a crescita di buon senso”. Nell’obiettivo primario di rendere Rocca d’Arazzo un comune “appetibile” dal punto di vista residenziale per via dei suoi panorami e della sua integrità storica, è evidente che non può trovare posto una filosofia “spinta” di nuove costruzioni con individuazione di ogni area edificabile possibile per avere il maggior numero di “cubature” da assegnare per nuove case.
L’idea dell’amministrazione è invece di preservare i panorami e il paesaggio, mantenendo l’estetica degli orizzonti e pensando ad incentivi, di parte comunale, per il recupero dell’esistente. Che è tanto, sia nell’abitato del paese che nelle sue frazioni. Secondo un censimento, solo metà delle case di Rocca sono abitate da residenti, mentre l’altra metà è rappresentata da seconde case e da immobili in vendita. Dunque non mancano le cubature già esistenti da risistemare per trovare posto.
Una delle decisioni prese in questo senso è stata quella di ridurre drasticamente un’area fabbricabile già autorizzata a ridosso della chiesa della Madonna Assunta, una delle colline più belle e panoramiche del paese.
Un’area in cui avrebbero potuto essere costruite 6 ville che invece ne ospiterà una sola e progettata con caratteristiche di basso impatto ambientale e linee architettoniche che rispecchiano la storia del luogo.
La cubatura recuperata con questa variante sarà utilizzata per le ristrutturazione delle case vuote con recuperi architettonici fedeli alle epoche di costruzione.
E non si tratta, come capita nella gran parte dei paesi dell’Astigiano, di case contadine o di modesto pregio; l’importanza strategica di Rocca nel corso dei secoli ne ha fatto un punto di potere politico e amministrativo in passato e, di conseguenza, anche di residenza di direttori e funzionari che avevano abitazioni e palazzotti all’altezza del loro rango. Un patrimonio immobiliare che non deve essere disperso o rovinato.

Daniela Peira

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