Una strada franata non ancora ripristinata, un taglio delle corse in autobus e un ragazzo con Sindrome di Down che rischia la propria autonomia faticosamente guadagnata.
A mettere insieme queste tre “denunce” è un pensionato che vive a Rocca d’Arazzo e non ha nessuna intenzione di accettare passivamente decisioni che ritiene per nulla ragionevoli.
La frana.
«E’ quella che un anno fa, ad ottobre 2024, ha provocato danni alla strada che collega la frazione Santa Caterina al capoluogo Rocca d’Arazzo – spiega Giovanni Delfino – E che, a distanza di 12 mesi, è ancora lì, sulla provinciale. La strada è stata allargata a monte per consentire il passaggio dei veicoli che però non devono avere peso superiore alle 3 tonnellate e mezzo». E qui entra in scena il servizio di bus.
«Da allora si assiste ad un cambio ad ogni corsa – spiega ancora Delfino – Sulla linea da Montaldo Scarampi si parte con un pulmino piccolo da 9 posti per poter passare sulla frana. Sulla piazza di Rocca, poi, il trasbordo sul pulman più grande per l’ultimo tratto verso Asti. Al ritorno stesso cambio, molto difficoltoso per gli anziani perché il pulmino ha una salita troppo alta e dentro non si può camminare in piedi».
Inoltre, quando ci sono più di 9 passeggeri, l’autista è costretto a fare due giri prima di salire sul bus grande parcheggiato in piazza a Rocca e proseguire per Asti.
«Senza contare il tempo che si perde nel trasbordo, due volte per ogni corsa» sottolinea Delfino.
La richiesta? «Sistemare finalmente la frana per riaprire la strada anche ai mezzi (e dunque anche ai bus) più pesanti oppure allargare ancora un po’ a monte per il passaggio in sicurezza per tutti» risponde.
Ma sempre il trasporto pubblico ha creato molto malumore, agli inizi di settembre, quando sono state soppresse tre corse. Una, quella della sera, è stata ripristinata alle prime proteste, mentre le altre due sono richieste a gran voce.
«Sono quelle della linea 60 delle 9,30 Asti-Montaldo Scarampi e delle 10,15 Montaldo Scarampi-Asti. Linee che erano molto frequentate perché comode a chi deve recarsi nel capoluogo per il mercato o commissioni che si sbrigano in mattinata».
Rimangono attive quelle con partenza verso Asti alle 6,55 (usata prevalentemente dagli studenti) e alle 8,35. Poi più nessuna partenza fino alle 13,35, troppo tardi per commissioni mattutine anche in uffici pubblici e troppo tardi per impegni pomeridiani.
E c’è una famiglia che più di altre patisce la soppressione della corsa con partenza alle 10,15. E’ quella di Niccolò Vallese, un “veterano” dell’Albergo Etico, il progetto che ha dato lavoro nella ristorazione a ragazzi portatori di Sindrome di Down. Niccolò è stato uno dei primi a partecipare al progetto di Antonio Benedetto e da 15 anni lavora al ristorante Tacabanda. E’ andato spesso in tv e ha ricevuto riconoscimenti per i grandi progressi che ha fatto sulla via dell’autonomia.
«Abbiamo lavorato tanto per portare Niccolò ad acquisire la capacità di prendere da solo il bus per andare a lavorare al ristorante – spiega la madre Rosa – Lui partiva alle 10,15 da casa, arrivava ad Asti, andava a fare colazione nel solito caffè dove lo conoscono tutti e poi raggiungeva il Tacabanda per prendere servizio alle 11. Ora invece – prosegue – con la soppressione di quella corsa deve prendere il bus delle 8,35, arrivando troppo presto ad Asti. Perde ogni giorno quasi due ore per aspettare l’ora di inizio del servizio. Due ore in meno di riposo e due ore che, andando nell’inverno, saranno sempre più complicate da “riempire” in un posto al caldo. Con tutti gli eventuali rischi che ciò comporta. E non è giusto».
Ad avvalorare la richiesta di ripristino delle corse, a metà settembre sono state raccolte una quarantina di firme ognuna associata al numero di tessera dell’abbonamento. Sono state spedite alla Provincia.