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Attualità
Danni dopo le piogge

Roccaverano: due arterie provinciali ancora chiuse per frane

La Valle Bormida chiede la riapertura: «Così si danneggiano le strade comunali»
Le piogge sono terminate ed un sole primaverile è spuntato sulle colline della Val Bormida. Tutto sembra tornato alla normalità. Le precipitazioni, però, hanno lasciato dietro gli strascichi del dissesto idrogeologico, vera piaga del nostro territorio.

Nel centro di Bubbio una porzione di strada che costeggia la chiesa è venuta giù a causa del cedimento di un vecchio muro di contenimento. Immediati gli interventi per mettere in sicurezza i palazzi adiacenti e le vetture vicine; da qualche giorno sono iniziati i lavori di rimozione del materiale crollato e a breve verrà cantierizzato il rifacimento del muro contenitivo.

Una frana ha interessato la strada provinciale 6, tra Cassinasco e Canelli, in località Mandorle. Intervenuti i Vigili del fuoco e i cantonieri dalla Provincia, nel giro di poche ore, tutto è tornato alla normalità.

Destino diverso, invece, per due arterie che da più di una settimana sono chiuse. La Sp 56 che collega Monastero Bormida a Roccaverano dove dal costone (molto alto) si stacca del materiale che rovina sulla strada. In verità è una problematica che si ripete ciclicamente ma che non è mai stata affrontata in maniera risolutiva.

Seppur l’ordinanza di chiusura della provinciale appare giustificata, «diversi Comuni dell’Unione Montana Langa Astigiana Val Bormida stanno subendo notevoli disagi – lamenta il presidente Marco Listello – in quanto il traffico giornaliero si riversa sulle strade comunali limitrofe creando problematiche di deflusso stradale e di carattere tecnico e di sicurezza. Tali infrastrutture viarie non riescono e non possono, per motivi tecnici, soddisfare tale incremento di traffico. Vogliamo che la Sp56 venga riaperta celermente ed essere informati sulle operazioni tecniche messe in atto finora».

Altra via sfortunata è la Sp42 Loazzolo Canelli interessata da una grande frana. Qui il problema è legato ad una porzione di terreno vitato (si parla di circa un ettaro) che con le piogge abbondanti scivola sul sedime stradale. All’esame dei tecnici della Provincia, non tanto lo sgombero del sedime stradale, quanto una possibile strategia per mettere in sicurezza l’arteria minacciata da tonnellate di materiale instabile.

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