Sereni Orizzonti spa potrebbe proseguire ancora di qualche mese la gestione della casa di riposo di Rocchetta Tanaro per traghettarla alla nuova gestione che sarà stabilità dal nuovo bando pubblicato prima di Natale.
E’ questo l’obiettivo al quale lavora il tavolo di conciliazione attivato in Prefettura fra la società, il Comune di Rocchetta Tanaro proprietario della struttura e i sindacati.
Come noto, dieci giorni fa la Sereni Orizzonti aveva inviato una lettera al Comune in cui annunciava l’interruzione dei servizi a far data dal primo febbraio. Questo, come poi ha spiegato in una nota ai giornali, a causa del ritardo con il quale il Comune ha pubblicato il nuovo bando di gestione portando avanti in proroga la precedente fin dal 2017 senza una contrattualizzazione adeguata, scrive sempre la Sereni Orizzonti.
Accuse respinte dall’amministrazione guidata dal sindaco Massimo Fungo che ha spiegato il ritardo della pubblicazione, fra le altre cose, con il contagio che ha colpito anche il primo cittadino e l’unico tecnico comunale incaricato di redigere il bando.
E in mezzo ci sono una ventina di anziani ospiti e i lavoratori che temono la chiusura della struttura e il loro trasferimento in un’altra casa di riposo che potrebbe essere quella di Spinetta Marengo, sempre della Sereni Orizzonti. Dove, peraltro, sono già stati trasferiti due ospiti.
Il problema rimane quello di coprire i mesi che ci separano dall’aggiudicazione del nuovo bando. «L’amministrazione comunale intende rassicurare la popolazione di Rocchetta precisando che è attivo il tavolo di conciliazione per individuare una possibile soluzione che consenta la continuità di gestione sino all’assegnazione a nuovo operatore economico». Chiedendo ai sindacati di sospendere lo stato di agitazione per portare avanti le trattative in un clima di tregua.
Invito respinto al mittente per quanto riguarda la Cisl che per voce di Alessandro Delfino ribadisce come lo stato di agitazione sia, in questo momento, l’unico strumento utile per ribadire la crisi in cui si trova la struttura. Crisi che è dovuta anche al fatto che la pandemia ha provocato molti decessi e, allo stato attuale, sono presenti solo la metà del numero di ospiti e non è possibile attuare nuovi ingressi.
Ma, sempre Delfino, pone un’altra questione più generale su questo tribolato bando di gestione. «Bisogna costruire un progetto di gestione con un’azienda del territorio. Queste Rsa devono essere tenute da realtà legate al territorio, per il bene degli ospiti e dei lavoratori. Abbiamo già visto cosa è successo durante il Covid alle strutture gestite da grandi società che hanno avuto difficoltà a fare scelte strategiche tempestive per dotare tutti di dispositivi anti Covid e prendere le decisioni di volta in voltà più efficaci» conclude il sindacalista.
Daniela Peira