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insediamento nomadi a Callianetto
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Rom a Callianetto: «Fiducia nelle istituzioni, ma serve chiarezza»

Non si placa la querelle dopo l’arrivo in paese di alcune famiglie nomadi. Botta e riposta tra il sindaco di Castell’Alfero e quello di Asti

Continua a tenere banco la presenza di parte di tre nuclei familiari nomadi su un terreno privato in località Callianetto nel comune di Castell’Alfero. Pochi metri separano il campo dal confine fra il territorio del comune di Asti e quello del borgo monferrino e mai come in questi giorni hanno avuto rilevanza capitale. Tutto è nato dal fatto che a Callianetto i cittadini, ma anche l’amministrazione comunale, hanno associato l’arrivo dei rom alla chiusura del campo di via Guerra. Insomma un “dono” ben poco gradito che adesso ha sconvolto la tranquilla vita del piccolo centro abitato.

Il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, ha voluto rispondere al sindaco di Castell’Alfero e ai residenti, già uniti in un comitato, per spiegare loro che i rom giunti in paese non sono usciti dal campo del capoluogo chiuso una settimana fa, ma sono arrivati dal Torinese. «Le due famiglie del terreno sono “antichi abitanti” del campo di Asti, dove probabilmente ci sono nati e da cui però sono andati via. Lo abbiamo appreso dal loro arrivo a Callianetto, perché alcuni parenti sono persone che abbiamo accompagnato nel nostro progetto di superamento. In questi quasi quattro anni di lavoro non li abbiamo mai incontrati perché non abitavano lì e nemmeno avevano un posto nel campo: non sono un “regalo di Asti”, sono persone che sono state fatte “sgomberare” da Torino e non sono state accompagnate in soluzioni sostenibili».

Nonostante le smentite di Rasero, la vulgata comune, ribattuta anche sui social, dà la comparsa delle quattordici persone e dei tre caravan nel campo agricolo vicino al depuratore a Callianetto collegata allo sgombero del campo rom astigiano. I cittadini di Callianetto segnalano che i tre nuclei familiari presenti sul posto sono solamente il centro di un costante via-vai di persone e veicoli che farebbe presagire a prossimi arrivi. Il paventato acquisto del terreno per 40.000 euro (cifra richiesta dagli stessi proprietari) per ora è stato rigettato dagli abitanti su consiglio del sindaco Fasano: «L’unica via percorribile è quella legale. Sono in contatto con la procura e le istituzioni preposte perché il campo d’azione del Comune in queste materie è limitato. Tuttavia, è necessaria chiarezza sull’intento della cooperativa e su come sono utilizzati i fondi a loro disposizione. Il terreno in questione, come chiarito nell’ordinanza di sgombero, è registrato al catasto come luogo ad uso esclusivamente agricolo e non abitativo, ed è inoltre a disposizione del Comune per qualsivoglia lavoro di adeguamento del depuratore d’acqua che si trova di fianco. Inoltre, si trova in territorio Unesco e lungo la Strada del Vino e pertanto soggetto ad ulteriori normative che tutti, privati inclusi, sono tenuti a rispettare».

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