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Attualità
Il caso

Salta il corso enogastronomico al Penna, lo sfogo del preside

Dopo l’approvazione da parte di Provincia e Regione, la prima si sfila. Già raccolte 18 iscrizioni che sono state “dirottate”. E l’agenzia formativa alberghiera di Agliano che non vuole il nuovo corso ad Asti.

Dopo aver gioito per l’accoglimento dell’attivazione del nuovo corso nella sede di Asti, dopo aver raccolto le prime iscrizioni, dopo aver spento il sorriso alla richiesta della Provincia di rinviare ancora di un anno a neppure un mese dalla sua approvazione e dopo aver letto nei carteggi ufficiali e sui giornali le posizioni di chi si è opposto al corso perché ritenuto “concorrenziale” nei confronti dell’Agenzia formativa Colline Astigiane di Agliano, il preside dell’Istituto Agrario Penna, Renato Parisio, prende carta e penna e mette nero su bianco l’excursus di quanto accaduto e propone a tutti le sue riflessioni sulla mancata attivazione.

«Nell’autunno 2022 l’Istituto Penna ha proposto l’attivazione di un percorso enogastronomico presso la sede di Asti in affiancamento a quello già operativo presso la sezione associata di San Damiano. Sono state sviluppate tutte le procedure previste nel pieno rispetto dei tempi dettati dalla Provincia che, nella seduta del 27 ottobre ha approvato.

A sua volta la Regione Piemonte, il 28 dicembre, ha deliberato l’indirizzo richiesto e di conseguenza l’istituto ha avviato tutta una serie di iniziative promozionali» scrive Parisio.

Le ragioni di tale “sdoppiamento” del corso già attivo a San Damiano era stato dettato dal fatto che l’istituto continuava a ricevere molte richieste di iscrizioni ma quando le famiglie degli studenti scoprivano che l’unica sede della provincia di Asti in cui era attivo era a San Damiano, rinunciavano per l’impossibilità di poterla raggiungere con mezzi pubblici. Soprattutto dal sud della provincia, zona dalla quale proveniva il maggior interesse.

«In data 27 gennaio 2023, quando mancavano pochi giorni alla fine delle iscrizioni, il dirigente scolastico viene informato che il nuovo percorso non potrà più essere attivato in quanto non più disponibili i fondi necessari per il ripristino delle cucine»  ricorda Parisio. Il patto originario, in termini di investimento, era che la Provincia si sarebbe occupata dei lavori strutturali e l’istituto Penna si sarebbe sobbarcato l’onere degli allestimenti tecnici.

A quel punto, all’Istituto Penna erano già arrivate 17 iscrizioni per la sede di San Damiano e 18 per quella costituenda di Asti.

«Il 17 marzo la Provincia inviava all’Istituto Penna una comunicazione accompagnata da una corposa relazione tecnica dove si invitava ad una più attenta analisi delle criticità esposte chiedendo di fatto di posticipare al successivo anno scolastico l’avvio del corso presso la sede di Asti. Le motivazioni erano legate alle difficoltà economiche dell’Ente e ad una paventata sovrapposizione dei bacini di utenza che avrebbe svantaggiato la sede di San Damiano».

Sede che, peraltro, aveva beneficiato di un corposo finanziamento della Provincia per la sua ristrutturazione.

«Ma già sui giornali locali – prosegue Parisio – si riportavano le perplessità manifestate dall’Agenzia Formativa Colline Astigiane di Agliano sull’opportunità della decisione assunta prevedendo ripercussioni molto negative sugli iscritti presso il proprio centro. Successivamente, da parte di alcuni consiglieri provinciali, è stata redatta un’istanza inviata ai sindaci della provincia con l’invito a sottoscriverla e ad inviarla al presidente per un successivo inoltro al Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale e a quello della Regione Piemonte per chiedere formalmente la sospensione del corso per l’anno scolastico 2023/2024 facendo esplicito e circostanziato riferimento alla questione sollevata dalla agenzia di formazione di Agliano ipotizzandone inoltre difficoltà nel sostenere l’attuale struttura di collaboratori e dipendenti. A questo si aggiunge una presa di posizione del sindaco di San Damiano, sempre sui giornali locali, che manifesta pubblicamente la totale contrarietà del suo Comune all’apertura sempre facendo riferimento alla “questione Agliano”».

Tenendo conto che l’Agenzia Formativa Colline Astigiane di Agliano non è sovrapponibile per tipologia di scuola al corso inizialmente approvato per il Penna: il primo è un ente di formazione professionale privato che non porta gli studenti alla maturità con contenuti e materie diverse dal corso di scuola superiore pubblica di cinque anni e totalmente gratuito di cui si era ottenuta l’attivazione all’Agraria.

 

«Tutti questi accadimenti – riprende il preside Parisio – quasi volti a far passare il Penna come la “madre” di tutte le problematiche della Provincia, hanno indotto l’istituto a formulare alcune proposte come la disponibilità della scuola a sostenere i costi di trasporto per inviare gli allievi della classe di Asti presso la cucina di San Damiano fino alla conclusione dei lavori di ristrutturazione in sede e l’impegno del Penna di acquistare in modo autonomo le dotazioni e gli arredi per le cucine. Nulla di questo è stato preso in considerazione.

Quindi – trae le conclusioni – forse le motivazioni addotte in primis per giustificare la richiesta di rinvio non erano le sole e forse neanche quelle più rilevanti. L’istituto, dopo essersi a lungo interrogato, ha preferito far valere il proprio senso di responsabilità inviando comunicazione agli iscritti di Asti della mancata attivazione del corso per permettere di operare una scelta oculata seppur tardiva e non imputabile alla scuola».

Dei 18 iscritti al corso di Asti non attivato, una parte ha accettato di spostarsi a San Damiano, un’altra parte, non potendosi organizzare con la logistica dei trasporti, ha cambiato indirizzo rimanendo comunque al Penna e una restante parte ha cambiato totalmente scuola.

E qui arrivano le riflessioni del preside.

«L’Ente Provincia ha disatteso un preciso impegno assunto anche nei confronti della Regione Piemonte manifestando assoluta mancanza di considerazione delle conseguenze che la decisione poteva avere nei confronti delle famiglie, del territorio e dello stesso Istituto Penna. In un contesto vocato al turismo e con evidenti margini di sviluppo, privare il capoluogo di un’offerta formativa statale esclude di fatto un’importante porzione del territorio dal poter intraprendere un percorso di studi coerente con la vocazione territoriale. Il percorso statale, inoltre, non prevede la corresponsione da parte degli allievi di contributi economici se non una quota annuale come contributo volontario fra l’altro di modesta entità.

L’orientamento “sposato” dalla Provincia – prosegue – potrebbe essere interpretato come una tutela di un interesse privato a scapito di un’istituzione pubblica ed anche come una discriminazione tra utenti che possono o meno accollarsi impegni economici rilevanti».

Archiviato a malincuore il progetto per l’anno scolastico 2023/2024, il preside Parisio prova a guardare oltre e l’orizzonte non è roseo.

«Viste le problematiche sollevate e la loro “improbabile” variazione nel medio periodo e considerata la fiducia riposta nella Provincia ai minimi livelli, non si ritiene verosimile che le promesse vengano mantenute – dice con grande chiarezza – Quindi si apre questo scenario futuro: il corso nella sede di San Damiano, vista la limitatezza del bacino di utenza e le difficoltà logistiche per raggiungerla, andrà ad estinguersi per una fisiologica mancanza di utenti; il corso presso la sede di Asti non verrà attivato per motivazioni che nulla hanno a che vedere con l’opportunità di fornire al territorio provinciale un percorso statale coerente con le potenzialità occupazionali del territorio e le famiglie dei nostri iscritti imputeranno al Penna l’incertezza venutasi a creare con conseguente perdita di immagine e di credibilità che si ripercuoterà sulle future iscrizioni.

Non posso non manifestare la mia personale amarezza per una vicenda gestita in modo superficiale ed approssimativo ma le cui ripercussioni saranno unicamente a carico di chi, la scuola, ha unicamente a cuore la crescita dei propri allievi e la creazione di opportunità occupazionali per gli stessi».

Questo lungo sfogo è stato spedito al presidente della Provincia Rasero, a tutti i membri della giunta, alla Regione Piemonte e ai vertici dell’Ufficio Scolastico regionale.

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