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San Damiano: i “Caritun”, storia di una tradizione sempre viva

Anche quest’anno grande richiesta dei “pani di carità” della Confraternita di San Giuseppe

Il Giovedì ed il Venerdì Santo sono le due giornate che a San Damiano, dalla metà del Settecento ad oggi, la Confraternita di San Giuseppe dedica alla distribuzione dei “caritun”, piccoli pani dorati (un tempo erano azzimi, oggi non più) che ricordano la fuga del popolo di Israele dall’Egitto.

A mantenere viva questa tradizione ha letteralmente dedicato la sua vita Luigi Zappa, oggi scomparso: seguono però il suo esempio Ebe Graziano, rettrice della Confraternita, ed un gruppo di appassionati costituito da Giuseppe Franco, Rossana Ramello, Gianpiero Calorio, Gianni Remondino, Mirella Morano e Gioele Remondino.

«Grazie all’impegno di tutti – dice Ebe Graziano – per il secondo anno siamo riusciti a rendere la chiesa ancora più bella, con scenografie che rievocano la passione: come sempre, sugli altari sono poi disposti tutti i simboli dalla fuga in Egitto. Quanto ai caritun, nelle due giornate ne abbiamo distribuiti 80 kg, preparati dalla panetteria di Flavio Gatto Monticone: il ricavato delle offerte servirà alla manutenzione della chiesa, un vero gioiello barocco che rappresenta una ricchezza per tutto il paese.»

Infine, è interessante notare che dopo secoli di presenze soltanto maschili, oggi la Confraternita è affidata ad un gruppo di donne: oltre alla rettrice, vi sono l’economa Laura Giovine, l’addetta al culto Rosalba Tropea ed altre preziose volontarie per la pulizia della chiesa.

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