Nel giorno di Venerdì Santo, dalle 9 in poi, si rinnoverà a San Damiano, nella chiesa di San Giuseppe, l’antica tradizione dei “caritun”, documentata a partire almeno da metà Settecento. I “Caritun”, o pani di carità, sono dei piccoli pani dorati (foto) perché intrisi nello zafferano e parzialmente azzimi preparati dalla Confraternita di San Giuseppe per rinnovare la memoria della fuga del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto. Come narra la Bibbia, non ci fu tempo di lasciar lievitare il pane, che venne cotto in tutta fretta, accompagnandolo con erbe amare, che divennero il simbolo della passata schiavitù.
Nel corso dei secoli i caritun sono sempre stati preparati dai membri della Confraternita, ma oggi vengono realizzati dalla panetteria di Gatto Monticone, seguendo l’antica ricetta. Dopo due anni di forzata sospensione dovuta al Covid, i “caritun” saranno distribuiti nella sola giornata del Venerdì Santo, anziché anche al giovedì, come in passato: gli altari della chiesa saranno tutti addobbati, per ricordare ai fedeli l’antica e nuova alleanza narrata dai testi sacri del Cristianesimo.