Com’è nata la passione per la Vespa?
Me l’ha trasmessa lo zio Teresio – spiega Samuele – e a 14 anni ho iniziato con una Vespa 50, poi ho trovato questa, di cui ho conservato intatta la carrozzeria, rimettendo a nuovo il motore.
Qual è stato l’itinerario?
Da San Damiano siamo andati a Nizza, dove ci siamo imbarcati per la Corsica, poi siamo tornati a Livorno, quindi sul Gargano e Salento: abbiamo visto Matera, Potenza, la costiera amalfitana, quella adriatica e l’Alto Adige, con un tour sullo Stelvio insieme ad altre 150 persone. La nostra esperienza è durata dal 20 giugno al 14 luglio, con dieci giorni di sosta in Salento. Nel corso del viaggio abbiamo avuto molti contatti, specialmente a Perugia e a L’Aquila, e trovato molti nuovi amici grazie alle indicazioni che ci sono state date dal “Vespa club” di Asti.
E per gli aspetti pratici, come il mangiare e il dormire, come avete fatto?
Per risparmiare ci siamo fermati in campeggio e in qualche b&b, preparandoci una pasta quando capitava: sul portabagagli della Vespa avevamo 40 chili di bagaglio, per cui eravamo ben attrezzati.
A Camilla non si può non chiedere come si sta per 5 mila chilometri sul sellino posteriore…
È molto meno noioso di quel che sembra. E poi il piacere dell’aria sul viso e la bellezza del paesaggio che cambia in continuazione fanno sopportare qualche disagio.
Cosa vi ha lasciato questa esperienza?
Ci ha fatti crescere, perché in tanti momenti ci siamo trovati proprio da soli a dover decidere cosa fare, anche in qualche difficoltà.
Programmi per il futuro?
Un tour delle Alpi in agosto – risponde Samuele – e un bel giro di Sicilia e Sardegna.
Chi è lo sponsor delle vostre imprese?
Ho fatto qualche lavoretto per risparmiare, ma gli sponsor principali sono mamma e papà.