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San Fedele, aspettando la bonifica«Qui siamo stati dimenticati»
Attualità

San Fedele, aspettando la bonifica
«Qui siamo stati dimenticati»

In questo quartiere 14 anni fa scoppiò il caso dell'inquinamento da cromo esavalente nei pozzi delle abitazioni. Oggi i residenti lamentano la scarsa manutenzione del verde comunale, dove non mancano bisce e ratti. Problematici anche i servizi di trasporto pubblico: «E' insufficiente, mancano le pensiline alle fermate dei bus». E alcuni residenti fanno le piccole manutenzioni che spetterebbero al Comune…

E’ lunedì pomeriggio quando incontriamo i residenti del Villaggio San Fedele, il quartiere nato sulla fine degli anni ‘50 la cui esistenza è stata profondamente legata alle sorti, nel bene e nel male, della vicina Way Assauto. A farci da guida Luigi Sposato, storico portavoce del Comitato San Fedele che del quartiere conosce le problematiche ma anche le indubbie potenzialità. Il cuore sociale di San Fedele è il Centro Civico inaugurato nel 2004 e intestato a Fernanda Cane, indimenticata maestra della vecchia scuola Anna Frank che qui aveva sede. E’ un centro ricreativo, ludico, culturale, un luogo di ritrovo per gli anziani e spesso il primo approdo per le persone in difficoltà. Da qui parte il nostro giro insieme ad alcuni cittadini che non nascondono la propria delusione su come il Comune sia “il grande assente” rispetto a problemi segnalati e mai risolti. Non sempre si chiedono interventi straordinariamente complessi e costosi.

In via Po, la strada di accesso principale, gli alberi sono molto alti, non vengono potati come invece dovrebbero e, infatti, la fermata del bus e la cartellonistica stradale (tra cui il segnale che indica un incrocio dotato di piccola rotatoria disegnata a raso) sono stati “fagocitati” dal verde. «Qui siamo dimenticati da Dio e dal mondo – tuona Eleonora Moro, residente in via Tevere – Gli alberi non vengono tagliati, i tombini si otturano facilmente e, davanti casa mia, quando piove, l’acqua non defluisce finendo invece nel garage. I giardinetti sono in uno stato pietoso e, soprattutto d’estate, l’odore degli escrementi di animali è insopportabile». Alcuni residenti, dimostrando molto senso civico, fanno le piccole manutenzioni che invece spetterebbero al Comune. «Pulisco circa 60 metri di strada Quaglie a ridosso del guardrail che divide l’asfalto dal canale del Rio Valmanera – spiega Alessandro Ravizza – Pulizia ne vedo poca e sulla strada passano i camion che sono alti come i rami. Risultato? Questi vengono spezzati e lasciati per terra».

Nel canale, oggi asciutto per il caldo, si vedono rifiuti, sacchi di immondizia, rami che ovviamente non dovrebbero esserci ma è a fronte strada, vicino alla ferrovia, che il Comune dovrebbe fare un buon intervento di pulizia e manutenzione. Anche Luigi Sposato ci mostra lo stato di degrado in cui versano molti appezzamenti di terra di proprietà del Comune. «Purtroppo la scarsa manutenzione del verde e dei prati ha attirato bisce e grossi topi vicino alle case – racconta – Questo è un problema serio che non può essere minimizzato. In via Badalin il verde è disastroso e manca il marciapiede, sul lato destro della strada dopo l’incrocio con via Trilussa». Anche la cosiddetta “area verde” di piazza Luigi Sturzo è poco curata, gli alberi sul marciapiede devono essere potati e, in generale, l’incuria si vede un po’ ovunque. Spostandosi in via Trilussa, oltre il campo da calcio (una struttura molto usata dagli sportivi e gestita da privati) c’è un prato che alcuni chiedono al Comune di trasformare in un parcheggio a servizio dell’impianto sportivo. La nuova destinazione d’uso servirebbe a mantenere più pulita il prato («è quella l’autostrada delle bisce» dicono i residenti) e darebbe più parcheggi per gli utenti del campo da calcio. I residenti chiedono più manutenzione in strada Sesia ma fanno presente anche problemi legati alla sicurezza. Sono state segnalate auto che sfrecciano lungo la strada per cui viene chiesto l’installazione di un dissuasore.

Altri cittadini raccontano di presunti episodi di spaccio di droga e chiedono alle forze dell’ordine di fare maggiori controlli preventivi. «In via Brenta i ladri sono venuti due volte e la sera abbiamo paura a uscire di casa – dicono alcune pensionate incontrare nel Circolo – In via Ticino mancano i marciapiedi anche alla fermata del bus. Sono anni che chiediamo di realizzarli». I pullman da e per il centro città sono considerati insufficienti con orari che non invogliano ad utilizzarli. «Quando va bene abbiamo un pullman all’ora con passaggi del tutto inutili» commenta Daniela Pozzatello. Altre signore chiedono un collegamento diretto tra San Fedele e l’ospedale perché, oggi, raggiungere il Cardinal Massaia è per gli anziani estremamente difficoltoso. Attese, inutilmente, le pensiline per le fermate che si pensava dovessero essere installate già alcuni anni fa. San Fedele ha dovuto fare i conti con l’inquinamento dei pozzi causato dal cromo esavalente e dai solventi fuoriusciti dall’ex Arvin. Un fatto che ha indubbiamente segnato la vita dei residenti i quali, dopo aver tenuto chiusi i pozzi per anni ed essersi muniti di cisterne, attendono ancora che l’azienda proceda con il piano definitivo di bonifica del reparto contaminato.

Sono stati 14 anni difficili culminati in quella che i cittadini definiscono la beffa dei risarcimenti. Infatti una sentenza ha riconosciuto un indennizzo di circa 4.500 euro ciascuno a 215 residenti del quartiere per via dell’inquinamento da cromo ma oltre un centinaio di cittadini sono rimasti a bocca asciutta e, anzi, sono stati condannati a pagare le spese processuali. Ora si attende il pronunciamento della Corte d’Appello ma molti non sono per nulla convinti che tutto si risolva per il meglio. Altre richieste già presentate nel dicembre scorso agli amministratori riguardano una migliore gestione del depuratore volta almeno a ridurre, se non eliminare, il cattivo odore che deriva dall’impianto e maggiore funzionalità delle luci sulla strada che porta all’ingresso dell’impianto. Problemi igienici e di decoro urbano vengono riscontrati quotidianamente nel sottopassaggio pedonale della ferrovia che collega il quartiere a via Antica Cittadella e alcuni residenti vorrebbero che il Comune rendesse più sicuro l’incrocio tra via Po, via Piave e via Tevere a ridosso del piccolo giardino di quartiere.

Riccardo Santagati
@rickysantagati

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