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Attualità

Sanità astigiana in pericolo
Ecco i 12 reparti a rischio chiusura

Secondo la riforma della sanità Piemontese, varata qualche giorno fa dalla giunta regionale, l'ospedale di Asti perderebbe 12 reparti, dieci dei quali verrebbero trasferiti ad Alessandria, uno

Secondo la riforma della sanità Piemontese, varata qualche giorno fa dalla giunta regionale, l'ospedale di Asti perderebbe 12 reparti, dieci dei quali verrebbero trasferiti ad Alessandria, uno verrebbe eliminato e l'ultimo accorpato ad un altro reparto già esistente ad Asti. Una girandola di posti letto e di professionalità che andrebbero a perdersi a tutto scapito, come al solito, del servizio al cittadino. All'indomani dell'approvazione di questa delibera, a fronte delle numerose proteste che si sono levate in tutto il Piemonte, Asti compresa, Angela Motta, consigliere regionale astigiana, ha incontrato i 12 primari a "rischio" del Massaia per affrontare con loro la questione.

Ma se questi reparti dovessero realmente andarsene dal Cardinal Massaia alla volta di Alessandria, la nostra città cosa perderebbe? La risposta ce l'ha data direttamente Angela Motta, che non si trova concorde con quanto deciso da Torino. La ristrutturazione vedrebbe soppresse le strutture di malattie infettive, dermatologia, gastroenterologia, endocrinologia e diabetologia, dietologia che andrebbero create ad Alessandria (che attualmente non le possiede), mentre radioterapia, servizio trasfusionale, geriatria, pneumologia e chirurgia vascolare verrebbero assorbite da Alessandria. Chirurgia maxillo facciale scomparirebbe, invece, senza esistere nell'area sovra zonale e, infine, medicina verrebbe accorpata alla seconda già esistente ad Asti.

"Mi chiedo -? spiega Angela Motta – se queste strutture attualmente presenti in un ospedale ampio e a norma possano invece essere assorbite in un presidio congestionato e con grandi problemi strutturali come quello di Alessandria, senza investimenti ingenti. Non solo, mi chiedo se abbia senso inficiare gli investimenti fatti all'ospedale di Asti per intraprenderne di nuovi in una struttura oggi non a norma per gli stessi servizi". Gli stessi interrogativi che si pongono i cittadini. Ma vediamo più nel dettaglio le caratteristiche di ciascun reparto. Malattie Infettive, diretta dal dottor Alberto Biglino, è dotata di 22 posti letto, tutti collocati in stanze da 1 ? 2 letti, in ambienti a pressione negativa sia per quanto riguarda il locale di degenza, sia la zona filtro, con doppio gradiente di depressione e 10 ricambi d'aria/ora; l'espulsione dell'aria avviene attraverso filtri assoluti.

Tutto ciò fa dell'unità astigiana a livello regionale quella con il maggior numero di posti letto in condizioni di elevato livello di contenimento di malattie trasmissibili per via aerea, soprattutto tubercolosi e virus influenzali. Proprio in merito alla tubercolosi polmonare, i numeri dei ricoveri indicano una forte mobilità da altre zone del Piemonte, dove, evidentemente, vi è mancanza di posti letto dotati di analoghe caratteristiche di sicurezza. Il reparto è anche referente regionale in caso di trattamento di malattia da virus ebola. Il servizio trasfusionale di Asti diretto dalla dr.ssa Ilvana Scuvera garantisce le seguenti performances di eccellenza a livello regionale, con standard e volumi ben superiori a quelle dell'ospedale hub.

19.000 unità raccolte e validate/anno; 15.000 sacche si sangue intero raccolte con cui per metà si garantiscono le esigenze territoriali e, per il restante, le esigenze della Regione Sardegna; plasmferesi con una produzione di 4.000 unità. Presso la Dermatologia, diretta dal dr. Giovanni Roncarolo, nei 2 letti di day surgery, si effettuano 350 interventi, soprattutto melanomi; come servizio ambulatoriale si erogano tutte le prestazioni dermatologiche per un totale di 220 mila prestazioni annue e 3 mila interventi chirurgici, con un'utenza proveniente anche da Pavia e Torino. Dal 2003, la Gastroenterologia diretta dal dr. Mario Grassini, ha la certificazione iso9001:2008 ed è l'unica realtà di macroarea con tale riconoscimento.

E' in grado di realizzare la pressoché totalità delle tecniche diagnostiche-terapeutiche gastroenterologiche/endoscopiche del tratto digestivo superiore ed inferiore, nonché delle vie biliari, sia in elezione sia in urgenza, con una reperibilità h 24 per tutte le indicazioni previste a livello regionale. Applica a livello locale la metodica endoscopica operativa denominata ESD che, tramite interventi di microchirurgia perendoscopica, permette di curare pazienti con iniziali forme neoplastiche maligne, garantendo efficace radicalità oncologica. Non esistono nella macroarea AL-AT, né in Piemonte altre Soc simili. Per il reparto di Endocrinologia e Diabetologia diretto dal dr. Luigi Gentile si parla di 14 mila pazienti, 86.800 prestazioni annue, di cui 23 mila per pazienti con piede diabetico.

La chiusura comporterebbe problemi in caso di gravidanze complicate, di giovani con terapia con microinfusori, bambini di pediatria, casi complessi come pazienti in dialisi con complicanze per occhi, cardiovascolari, pazienti oncologici ed ematologici. Radioterapia, diretta dalla dr.ssa Maria Tessa ha due acceleratori che curano circa 350 pazienti all'anno; dai dati risulta che il 38% delle prestazioni sono erogate a pazienti provenienti da fuori provincia. I trattamenti di Brachiterapia sono una delle ragioni di mobilità attiva da tutta la regione poiché il reparto dispone della migliore sala operativa d'Italia. Asti è uno dei pochi centri in Piemonte in cui è possibile riceverla. Asti e Cuneo sono inoltre le uniche radioterapie in Piemonte ad aver mantenuto in efficienza l'apparecchio di Plesioroentgenterapia per trattamento di tumori cutanei.

Pneumologia diretta dal dr. Piercarlo Giamesio svolge un'attività specialistica fondamentale: visite specialistiche ed esami diagnostici, attività di consulenza e collaborazione con i reparti di ricovero e di rianimazione, collaborazione con la radiologia. Effettua visite ambulatoriali, spirometria, broncoscopia, ventilo terapia; il tutto con un organico di medici specialisti e con infermieri specializzati. Ha in carico pazienti cronici a domicilio, effettua intubazioni e ossigenoterapia. Chirurgia vascolare diretta dal dr. Andrea Gaggiano opera in regime di urgenza e di elezione con un volume di ricoveri e di interventi chiurugici importanti e molto qualificati, non assorbibili da altri ospedali. Effettua circa 10 mila interventi ambulatoriali annui con totale rientro nei tempi di attesa standard regionali. La struttura nel 2014 ha visto un incremento dell'attività superiore a quella della Aso di Alessandria.

Il reparto di dietologia diretto dalla dr.ssa Maria Luisa Amerio lavora in integrazione con oncologia, effettua attività di integrata tra ospedale e territorio. I pazienti, se non presi in carico, potrebbero avere bisogno dell'ospedalizzazione. Geriatria diretto dal dr. Roberto Iraldi, rappresenta un riferimento per una popolazione con anziani fragili, mancanza di rete sociale e con patologie croniche che intaserebbero il PS. E' fondamentale per risposta a lungodegenza con prosecuzione di ricoveri in acuto in altri reparti. Medicina A e B dirette dai dr. Valter Saracco e Mauro Favro possiedono una Sos di allergologia e una di endocrinologia; svolgono servizi ambulatoriali in varie discipline dell'area medica oltre che l'attività di ricovero per i pazienti di competenza. La fusione in un'unica struttura con più di 100 posti letto sembra una scelta poco razionale in termini di efficienza e di possibilità di gestione dei malati.

Per la chirurgia maxillo-facciale diretta dal dr. Mauro Daneo c'è da chiedersi se si siano valutati gli effetti sulla mobilità, visto che rappresenta un riferimento per tutta la zona e non solo. Il reparto ha effettuato circa 640 interventi e conta da 20 a 25 passaggi al giorno per il tempo zero. "Nei prossimi giorni ? ha concluso Angela Motta ? incontrerò anche alcuni primari non toccati dalla riforma, ma comunque preoccupati perché non dobbiamo dimenticare che il collegamento tra le varie specialità è fondamentale, migliora la qualità dell'intervento, assicura tempestività e garantisce una migliore qualità della vita al paziente. Alla luce dei dati che riguardano la nostra struttura credo sia fondamentale non ragionare sulle singole specialità, ma continuare con un accordo tra gli ospedali di Asti e Alessandria che tenga conto delle singole eccellenze e, soprattutto, delle difficoltà di trasferimento e di utilizzo degli spazi".

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